In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità.
Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».
Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».
Gesù vede la folla dispersa, come pecore senza pastore, e ne prova compassione. Per compassione Dio diventa uomo, per condividere il nostro dolore, ogni dolore, per compassione. E. la cosa sorprendente, è che Gesù vede le pecore sbandate e inventa la Chiesa. La Chiesa è la compagnia compassionevole di Dio all’uomo, chiamata a rendere presente il Signore, a farlo nascere nel cuore dei discepoli. La Chiesa vive solo per indicare il suo Maestro, per amarlo, per servirlo. Tutto il resto, organizzazione, struttura, sono a servizio del Regno, sono finalizzati a rendere presente Gesù nel cuore delle persone. Il tempo di avvento è anche un tempo in cui riflettiamo sull’identità delle nostre comunità cristiane, spesso stanche, spesso poco profetiche, spesso rassegnate. Il Signore si fida di noi e ci affida il suo vangelo: siamo chiamati a gridare il vangelo con la nostra vita. Animo, pecore smarrite, la Chiesa ci accoglie, ci consola, ha compassione di noi e ci indica l’unico Pastore. E noi, discepoli del Signore, gioiamo per tanta fiducia, per tanta responsabilità: siamo la pagina pubblicitaria di Dio per il mondo.
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