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La ragazza partorisce, lava il bambino, lo avvolge nelle fasce, lo depone nella mangiatoia.

Nessuna lucina misteriosa, nessun prodigio, nessun effetto speciale.

Dio nasce come ogni bambino, la salvezza ci giunge nel più banale dei modi.

E i pastori cercheranno una mangiatoia per riconoscere il Messia.

E gli astronomi una stella.

Dio si fa incontrare là dove siamo, parla ai nostri cuori con il linguaggio che conosciamo.

È il nostro sguardo che cambia, è la luce del nostro cuore che sa vedere al di là dell’apparenza.

 

Ecco il nostro Dio: è un neonato con i pugni chiusi e la pelle arrossata, gli occhi che mal sopportano la luce e la piccola bocca che cerca l’acerbo seno della madre.

È un bambino impotente, fragile, che va lavato e scaldato, cambiato e baciato, ed è tenuto a contatto della pelle ruvida del padre, Giuseppe, che lascia l’emozione inumidirgli gli occhi per poi tornare alla concretezza di una situazione problematica.

 

Non dona, chiede, non ha deliri di onnipotenza, ha svestito i panni della regalità, li ha deposti ai piedi della nostra inquieta umanità. Non gli angeli, ma una ragazza inesperta e generosa si occupa di lui.

Vorrei un Dio che mi risolvesse i problemi, non un Dio che me li crea.

Vorrei un Dio potente e forte, non un neonato bisognoso di tutto.

Vorrei un Dio più efficiente, non perdente. Schierato con i forti, non difensore dei deboli.

Vorrei qualche effetto speciale, così, per convincermi.

E invece.

 

Che Dio nasca nel mio cuore, nel tuo, amico lettore.

Il Dio vero, non quello dei nostri deliri, delle nostre vane aspirazioni. Il Dio che condivide con i poveri, che salva chi pensa di essere perduto.

Se ci mettiamo in viaggio, se abbiamo il coraggio, oggi, di ritagliarci dieci minuti di silenzio e preghiera davanti ad un presepe, possiamo ancora fare della nostra vita una culla, un luogo che accoglie questo Dio così scomodo.
È una provocazione, Dio che nasce.

La vita non dev’essere così male se Dio la abita. E Dio non si è ancora stancato dell’uomo se diventa uomo. Dio viene. È l’uomo che non c’è.

La luce viene, ma le tenebre non vogliono accoglierla, nemmeno oggi.
Se, però, osiamo rinascere.
Se ancora scommettiamo.

Se lo lasciamo venire questo Dio neonato, che ci scuote, ci imbarazza, ci chiede di farci carico di lui noi che, invece, vorremmo un Dio che ci risolve i problemi, non che ce ne dà!, allora sarà davvero Natale, nascita.
Rinascita, crisi o non crisi che sia.

Dio è qui.
Accoglierlo o ignorarlo fa la differenza.
Io la mia scelta l’ho già fatta, da tempo.

E voglio rifarla.

2 Comments

  • Rafael, 19 Dicembre 2015 @ 21:41 Reply

    Anch’io ho fatto la mia scelta da tempo, e non la mutero’.
    Buon Natale, amico che scrivi, Buon Natale a tutti coloro che leggono.

  • roberto, 23 Dicembre 2015 @ 16:47 Reply

    Buon Natale Paolo e aiutaci sempre a cercare …
    Roberto

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