23286 sono le copie di miei libri vendute nel 2015.
Lo attesta, con tanto di marca da bollo, il dettagliato rendiconto che mi giunge in questi giorni, come ogni anno, dai miei editori.
Sono ovviamente felice del risultato, come lo è ogni scrittore, onorato per tanta attenzione e stima dimostratami.
Messi in fila, i libri venduti quest’anno riempirebbero oltre 300 metri di scaffali, una quarantina di librerie zeppe di titoli del Curtaz, che ridere.
E contando quelli venduti in dieci anni, oltre 175.000, i metri diventerebbero chilometri, due e mezzo, all’incirca.
Ma, soprattutto, quel dato dice che circa ventimila persone hanno acquistato un mio libro per leggerlo o per regalarlo.
Ci pensavo, quando ho firmato la lettera di accettazione del rendiconto.
Il mio ego ovviamente gongola, e ci mancherebbe.
Ma è qualcosa di più profondo ed intenso che mi lega a voi, cari ventimila lettori che mi avete dato fiducia.
Un senso di gratitudine, di onore e di rispetto. In fondo siete i miei datori di lavoro.
So bene, per esperienza, che un libro è scritto per metà dall’autore e per metà dal lettore.
E quando qualcuno si premura di dirmi, a voce, via mail o web, di quanta intensità ha provato nel leggere un mio testo, replico sempre, e ci credo, che declino ogni responsabilità e che è davvero stupendo poter essere veicolo, strumento e tramite della benevolenza divina.
Perché questo credo: ho ricevuto un dono da donare. E lo faccio con quanta più consapevolezza possibile. Mi impegno a scrutare, studiare, documentarmi, meditare, riflettere, pregare, per poter dire solo cose in cui credo e che cerco di vivere.
Grazie, allora.
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