Contatta Paolo Curtaz

Per informazioni, organizzazione conferenze e presentazioni

Scrivi a Paolo

Passeggio nei piccoli ambienti del monastero in cui Teresa visse per vent’anni, pare contro il parere dei genitori. Stanze piccole, dalle finestra si vedono le impressionanti mura d’Avila e la torre della bellissima cattedrale.

Mi immagino questa piccola e determinata ragazza avilana vivere giorno dopo giorno una crescente insofferenza per il troppo rumore, le visite troppo frequenti dei famigliari, le troppe distrazioni. Giorno dopo giorno, settimana dopo settimana fino a quando, infine fece la scelta che le cambiò la vita, la sua “conversione”, come scrisse. Decise di uscire, di andarsene ma per fondare un nuovo monastero, una piccola comunità con chi voleva vivere sul serio, con radicalità della regola del Carmelo. 

Da lì iniziò la sua incredibile avventura: la sua intuizione, paradossalmente, le impedirà di vivere quel silenzio e quella contemplazione per cui osò quello strappo. Percorse centinaia di chilometri a piedi, contrattò per l’acquisto di terreni, trattò alla pari, nella cattolicissima, maschilista e appena riconquistata Spagna, con nobili e potenti, con vescovi e priori. 

Un temperamento di fuoco, quel fuoco che divampava nel suo cuore, quella passione incontenibile che non era riuscita a vivere nel precedente monastero.

Ma più il fuoco dilagava, conquistando anime eroiche e appassionate, come Juan de la Cruz, più le difficoltà crescevano e proprio dalle consorelle della precedente esperienza. Fino a quando, sfregio per i conservatori, Teresa venne acclamata come priora riformata proprio dal monastero da cui era fuggita. Era troppo per chi non voleva cambiare le proprie comode abitudini.

La battaglia fra carmelitane della vecchia osservanza e le scalze a colpi di carte bollate e di inquisizione fu una delle pagine più tristi della vita di Teresa. Juan de la Cruz finì incarcerato. Ma solo la determinazione di Teresa che giunse fino al re e fino al papa ottenne la libertà che da tanto tempo cercava: quella di poter vivere una vita evangeliche senza che le altre monache della vecchia osservanza se ne risentissero.

Perché Teresa aveva colto l’essenziale del percorso interiore.

Nada.

Nulla.

Nulla ci può turbare, spaventare, inquietare, fermare.

Chi possiede Dio non manca di nulla.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ti potrebbero interessare