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In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia!
Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. 
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. 
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». Mt 10,24-33

A volte mi chiedo se sarei capace di dare testimonianza al Signore fino a morire per lui. Concretamente, oggi, se eviterei di andare a Messa sapendo che qualche pazzo fanatico, come accade in Nigeria, ad esempio, potrebbe fare irruzione durante la celebrazione e lanciare una bomba. Mi chiedo se la mia fede, il mio desiderio di annuncio, che ormai è diventato il mio lavoro, resisterebbero alla paura che inevitabilmente colpisce anche i più convinti. Penso alle persone incontrare a Lipsia l’estate scorsa, che mi raccontavano come nel regime sovietico (crollato solo poco più di vent’anni fa!) il professarsi cristiani significava compromettere ogni tipo di carriera politica e lavorativa. Sarei in grado di pagare sulla mia pelle la mia appartenenza al Signore? Non lo so, sinceramente. Non so se e quanto sarei in grado di resistere, di affidarmi, di tenere duro. Ma leggendo la pagina di oggi mi rassereno: il Signore dopo avere realisticamente annunciato momenti di persecuzione, persecuzione che i lettori di Matteo già sperimentano, sorride e invita i suoi (e noi) ad avere fiducia nel Dio che si occupa anche dei passerotti e che conosce il numero dei nostri capelli…

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