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In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. 
Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». 
Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato». Mt 12,1-8

No Signore, siamo onesti, proprio non abbiamo ancora capito cosa significhi “misericordia io voglio e non sacrifici”. Non lo hanno capito i farisei, non lo capiamo noi. Meglio il sacrificio, meglio una visione lugubre e sanguinante della fede, per poterti rinfacciare quanto abbiamo patito durante la vita e quanto tu sia stato poco attento a noi. Meglio una fede costruita intorno ai paletti, alle cose da fare o da non fare, ai precetti che tu avevi liquidato col grande esempio dell’amore e che noi cattolici siamo così abili nel resuscitare e imporre agli altri. No, non abbiamo capito che tu preferisci cento volte un gesto di compassione autentica ad uno di devozione forzata. Non abbiamo capito la Scrittura, che tu citi e conosci in maniera sorprendente, con intelligenza, vivendola al di là e al di dentro della lettera. No, non abbiamo capito quanto sia liberante diventare tuoi discepoli, quanto sia immensamente impegnativa la libertà accolta con intelligenza e consapevolezza. No, Signore, proprio non abbiamo capito quanto sia esigente la libertà, quanto più impegnativa sia la misericordia. Non ti stancare di ripetercelo, Signore, e abbi pietà di noi.

1 Comment

  • Federica, 22 Luglio 2017 @ 12:01 Reply

    Mic 6, 8

    Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio.

    Questo vuole il tuo Dio da te…del sacrificio praticato solo per lavare la coscienza, senza una vera conversione, non sa che farsene…chi potrà mai legare colui che pratica la Giustizia, che parla con lealtà, che pratica la pietà, la Misericordia, la carità, senza giudizio alcuno? È questa la vera libertà e non credo sia esigente, anzi, rispetto alle varie regole e congetture umane…
    Tutto questo converge in un unica parola: “Amore”, e l’Amore è gratuito, l’Amore è Libertà.
    Il Sacrificio della Lode, della Messa e l’ Obbedienza sono Sacrifici a Lui graditi. Quali sacrifici potremmo offrire, se non questi, e la nostra stessa vita, che è già, per sé stessa, un sacrificio?
    Ma se noi camminiamo con umiltà con il Signore, il suo peso (della vita) sarà dolce e il suo carico (sempre della vita) leggero.
    “Misericordia Io voglio, e non Sacrificio”… Amore Io voglio, ci dice Gesù, e non “inganno e falsità”…

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