State pronti. Diceva un mio carissimo amico.
E pronte lo erano sul serio, Rebecca e sua madre. Poi è arrivata la mail, attesa, insperata. Vi aspettiamo martedì prossimo alle 8, Mayo Clinic, Rochester, USA.
Quattro giorni per fare le valigie, comprare i biglietti, fare i bonifici, gestire emozioni e paura.
Una speranza per Rebecca, come ho scritto qui qualche tempo fa (https://www.paolocurtaz.it/2019/06/rebecca/). Quarantamila euro raccolti dai suoi compagni per uno screening di analisi che permetta di uscire fuori da vicolo cieco in cui la malattia l’ha spinta. Al Meyer si sono arresi: forse solo alla Mayo sanno come fare. Bisogna andare in America, sperare.
E da due settimana Rebecca è alla Mayo. Dopo un viaggio difficile, sulla soglia del tragico. Troppo lungo, troppo distante, troppo tempo senza bombola ad ossigeno, troppo poco tempo per procurare i permessi ed averla sul volo. Burocrazia del cavolo.
Tant’è, la guerriera è lì e stanno facendo gli esami e le visite.
Con pudore ricevo notizie dalla madre, che trova anche il tempo di farmi gli auguri. I medici sono stupiti del fatto che sia viva. Hanno già cambiato la cura. Ma servono altri esami. E il preventivo ancora lievita. Servono altri diecimila dollari entro una settimana, prima di dimetterla, per farle l’analisi del DNA. Rimpiango il nostro scassato sistema sanitario nazionale.
E ancora busso: qualcuno osa?
Zaccheo fa la sua parte, altri mille piccoli euro (vostri, peraltro).
Se volete unirvi potere fare un bonifico all’associazione Onlus Insieme A Giordano con causale Per Rebecca Russo – Aosta: IBAN IT56G0200805153000104859487 .
Passaparola.