Commento al Vangelo del 15 Dicembre 2020 | Mt 21,28-32
«Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: Figlio, va’ oggi a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: Sì, signore; ma non andò. Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, ci andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Dicono: «L’ultimo». E Gesù disse loro: «In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. È venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli.
Mt 21,28-32
Dio non gradisce la forma, l’apparenza, soprattutto quella devota. Gesù chiede un parere al suo uditorio, come sempre vuole sapere la nostra opinione ma, molto di più, vuole provare a smuovere le nostre piccole certezze. Sono gli anziani del popolo e i sacerdoti, che hanno appena chiesto a Gesù una patente per poter parlare, che sono invitati a guardarsi dentro. La breve parabola dei due figli svela il volto di un Dio che non sa che farsene di mille parole e di mille promesse ma che desidera la franchezza del figlio ribelle che contesta inizialmente ma che sa muovere un passo incontro al Padre. Smuove, il Signore, indicando chi, come le prostitute e i pubblicani, disprezzati dai puri di Israele, hanno invece saputo mettersi in gioco. Il Signore ci aiuti davvero ad andare sempre all’essenziale e ad avere nei suoi confronti un atteggiamento di autenticità!
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