Commento al Vangelo del 14 Settembre 2021 | Gv 3,13-17
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».
Gv 3,13-17
Avete perfettamente ragione: la croce non è da esaltare perché troppe volte abbiamo dato l’impressione, come cristiani, di essere degli esaltatori del dolore e della sofferenza. Avete ragione quando provate disagio davanti a coloro che parlano di un Padre buono, compassionevole, misericordioso salvo poi dire che questo Padre manda le croci per mettere alla prova i figli. Ma oggi non parliamo dell’esaltazione della sofferenza, no; oggi esaltiamo l’amore che quella croce ci ha fatto scoprire. Gesù, innalzato, attira tutti a sé per mostrare ad ogni uomo che Dio ha talmente amato il mondo da inviare suo Figlio unigenito a salvare questo mondo. E lui, innalzato, osteso, mostrato, svela il vero volto di Dio capace di morire per amore. Sì, questo amore esaltiamo quando vediamo Gesù scegliere di donarsi, di andare fino in fondo, libero e liberante.
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