Commento al Vangelo del 13 Novembre 2021 | Lc 18,1-8
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
Lc 18,1-8
Ci vuole costanza e tenacia per tenere accesa la fiamma. E Gesù mette in conto, al momento del suo ritorno nella gloria, di non trovare più la fede. Di trovare magari strutture, parrocchie, associazioni e movimenti, ma di non trovare la fede. Cioè il desiderio umile e profondo di essere discepoli del Signore, di seguire il suo Vangelo. Perciò chiede ai suoi discepoli di essere perseveranti come un piolo conficcato nel terreno, di non stancarsi nel volgere lo sguardo al Padre, di non stancarsi di chiedere giustizia al giudice iniquo, simbolo del potere che, mentre Luca scrive, ha iniziato a perseguitare i discepoli. Viviamo tempi difficile, di sbandamento, anche per i cristiani in Europa. Lo smarrimento della pandemia non ha fatto che acuire ferite profonde già esistenti, portandole alla luce. È questo il tempo di esserci, di credere, di amare, di rendere presente il Vangelo, costi quel che costi, con la tenacia indomita della vedova.
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