Commento al Vangelo del 10 Dicembre 2021 | Mt 11,16-19
In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.
È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”.
Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».
Mt 11,16-19
Siamo sinceri con noi stessi: a volte rischiamo di essere come i bambini osservati da Gesù: capricciosi, eternamente insoddisfatti, vittimisti. Abbiamo sempre da ridire qualcosa sull’operato di Dio che, evidentemente, non è tanto capace nel fare il suo mestiere: dovrebbe intervenire di più, sanare le situazioni, agire, insomma. Quando qualcosa non funziona nella nostra vita diventiamo lamentosi, irritabili, pensiamo che, in fondo, Dio ce l’abbia con noi e non ne capiamo il motivo. Vorremmo un Dio più determinato, finanche severo, un cristianesimo etereo e mistico, fatto di digiuni e preghiere. Salvo poi ricrederci e considerare inopportuna una proposta del genere. Allora preferiamo un volto di Dio più compassionevole e misericordioso, salvo poi scandalizzarci dall’eccessiva condiscendenza del Signore. Non siamo mai veramente soddisfatti, sinceramente… E se, una volta tanto, la smettessimo di fare i capricci e imparassimo a vedere la straordinaria opera di Dio in noi e nella Storia?
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