Commento al Vangelo dell’11 Dicembre 2021 | Mt 17,10-13
Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?».
Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro».
Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.
Mt 17,10-13
Dio arriva quando meno te lo aspetti, certo, come un ladro nella notte, come lo sposo che arriva tardi. Ma, nel contempo, prima invia dei messaggeri, dei segni, prepara la strada alla sua venuta, eventi e persone che mette sul nostro cammino perché possiamo orientare il cuore, svegliarlo, allenarlo all’incontro. Ma se viviamo costantemente oberati di cose da fare, se la nostra mente è occupata da mille pensieri, se la nostra anima è desolatamente spenta e inattiva, come potremmo riconoscere in Giovanni Battista quell’Elia inviato a scuotere le coscienze? Se accettiamo di farci portare dalla corrente, asfaltati dalle abitudini, se non coltiviamo la nostra interiorità, almeno un poco, come potremmo coltivare in noi il desiderio di infinito che ci spinge oltre la quotidianità? Svegliamoci, allora: queste settimane di avvento sono una sveglia che suona nella nostra vita per invitarci ad essere presenti a noi stessi. Dio viene, non dubitarne.
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