Commento al Vangelo del 25 Aprile 2022 | Mc 16,15-20
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
Mc 16,15-20
Marco ha conosciuto Gesù quando era adolescente. Lo ha seguito, entusiasta, nella sua predicazone a Gerusalemme. Una tradizione molto antica dice che il frantoio del Getsemani apparteneva ai suoi genitori, meno probabile un’altra tradizione che vuole che l’ultima cena sia avvenuta a casa sua. Poi, dopo la resurrezione, ha seguito Saulo durante il suo primo viaggio missionario, ma la nostalgia di casa ha fatto irritare l’apostolo che l’ha rimandato a Gerusalemme. A causa di questo litigio Barnaba, prendendo le difese del giovane Marco, taglia ponti con Saulo. Marco è poi finito sotto le ali protettrici di Pietro che lo ha tenuto con sé e lo ha spinto a scrivere un resoconto dei fatti ad uso dei romani, un vangelo, come le buone notizie che si davano all’arrivo dell’imperatore. Grazie Marco per questa tua disponibilità, grazie perché la tua testimonianza è arrivata fino a noi. E che bello sapere che anche nella prima comunità si finiva col litigare, salvo poi ritrovarsi sull’essenziale!
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