Commento al Vangelo del 26 Luglio 2022 | Mt 13,36-43
In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo».
Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo.
Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».
Mt 13,36-43
Lo so bene, non se ne parla nei Vangeli. Solo un vangelo apocrifo, cioè tardivo e non riconosciuto dalla comunità primitiva come autentico, parla della famiglia di origine della piccola Maria, di Gioacchino e Anna, di Nazareth ma con casa a Gerusalemme. Perché le prime comunità sentivano il bisogno di raccontare, di ampliare la conoscenza, di sapere, di capire. E poco importa se le parole debordano, inventano, abbelliscono. Perché tanto è lo stupore davanti alla bellezza di Maria, alla sua fede trasparente e tenace che, di riflesso, si pensa che i suoi genitori n qualche modo vi abbiano contribuito. Quel che resta è che Gesù, certamente, aveva dei nonni. E va bene anche chiamarli con quei nomi. Nonni che, certamente, hanno aiutato Giuseppe e Maria nel tirare su questo figlio del mistero. Auguri ai nonni, allora, spesso ultimi portatori della fede per i nipoti. Quel che si semina, fidatevi, rimane.
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