Commento al Vangelo del 24 Novembre 2022 | Lc 21,20-28
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.
Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».
Lc 21,20-28
Sa, il Maestro. Non perché sia maestro, non perché sia profeta, non perché lo crediamo e lo professiamo figlio di Dio. Sa perché diversamente dai suoi contemporanei non è accecato dal nazionalismo, dal fanatismo, dalla megalomania. Perché la ricostruzione del tempio iniziata da Erode e non ancora terminata, ha ridato lustro, gloria, motivazione, entusiasmo al popolo che, pur essendo sotto dominio romano da un secolo, vagheggia di glorie passate, di re condottieri, di messia inviati da Dio per liberare il popolo. Gesù sa che è tutta un’illusione, frutto di un delirio collettivo, che potrebbe finire malissimo, come accadrà. Quando Luca scrive il tempio è già stato raso al suolo e Gerusalemme data alle fiamme e quelle parole risuonano forti e lugubri nella spaventata comunità cristiana. Così come accade anche a noi quando vediamo la follia distruttrice delle scelte che stiamo facendo oggi. Eppure, ai suoi contemporanei e a noi, il Signore ricorda una cosa sola: davanti ad ogni disgrazia, ad ogni guerra, ad ogni paura, siamo invitati ad alzare lo sguardo per andare oltre, perché la nostra liberazione è vicina.
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