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Commento al Vangelo del 13 Novembre 2022 | Lc 18,35-43

Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!».
Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato».
Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.
Lc 18,35-43

Eccolo, il vero discepolo, l’ultimo incontrato prima di salire verso la Gerusalemme che uccide i profeti. Non il giovane ricco, troppo impegnato a gestire i suoi affari per osare veramente aprirsi a Dio, non gli apostoli, troppo preoccupati a cercare cariche e visibilità per seguire colui che non ha dove posare il capo. Il vero discepolo è un mendicante cieco che non si arrende, che grida, che chiede pietà mentre tutti, devoti, gli dicono di non disturbare il Maestro. Bartimeo viene chiamato, si alza, getta il mantello che raccoglieva le poche monete gettate dai pellegrini pronti a salire al tempio. Che gli importa, ormai? Cosa vuoi che ti faccia, chiede il Signore. Gloria! Hanno chiesto i boanerghes. Luce, chiede Bartimeo. E la ottiene. Siamo tutti mendicanti, tutti ciechi, tutti ai margini, ma vegliamo per accorgerci che il Signore passa nella nostra vita e ci rende discepoli, coloro che seguono la via. Noi, guaritori feriti, toccati dall’immensa tenerezza di Dio.

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