Commento al Vangelo del 25 Novembre 2022 | Lc 21,29-33
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».
Lc 21,29-33
Sorrido quando qualche fanatico cristiano (ce ne sono sempre) mi cita una qualche profezia del veggente di turno parlandomi di fine del mondo, di disgrazie, di inviti alla conversione. E lo fa sinceramente preoccupato, spaventato, inquieto. Allora gli chiedo se sia cristiano e alla sua risposta affermativo ribadisco: bene, allora tutto si compie, la nostra gioia e il nostro desiderio, torna il Signore Gesù, Maranathà! Di solito ne ricevo sguardi allibiti eppure sono sincero: davanti al disfacimento di questo mondo, davanti alla sconcertante incapacità del genere umano di gestire il bellissimo giardino che ci è stato donato, davanti alle guerre, alle ingiustizie, quello che noi vediamo è l’avvicinarsi della fine che è e rimane compimento, non disgrazia. Il fico germoglia, sappiamo che l’estate è vicina. E la Parola che resta, le parole del Maestro, ci aiutano a leggere la realtà e il futuro. Il mondo non sta precipitando nel caos ma fra le braccia di Dio per un abbraccio definitivo d’amore.
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