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In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo.
Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita.
E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.

Mc 3,1-6

Tendi la mano! Aprila, stringi altre mani, accarezza, sostieni, indica, abbraccia, lavora, crea. Quella mano paralizzata, quel cuore atrofizzato, quella vita ormai prosciugata: aprila, tendila, donala. Questo vuole il Signore da noi: che facciamo della nostra vita un dono per gli altri, così come lui, il Maestro, ha donato la sua vita a ciascuno di noi. Non ne siamo capaci, lo so, lo sperimento: limiti, scelte sbagliate, per le troppe ferite subite. E i giudizi impietosi degli altri che, alla fine, ci hanno fatto davvero credere di non essere capaci ad amare. Allora il Signore ci mette nel mezzo, sabato o non sabato, regole o non regole. Ci mette nel mezzo, al centro della sua attenzione, perché ci ama e, amandoci, ci libera da ogni ombra, da ogni paura, da ogni paralisi. E lasciamo gli accusatori rosicare, lasciamoli nella loro fede piccina, ossessionata dal rispetto delle regole, che non riesce ad andare al cuore di ogni uomo. E al cuore di Dio.

1 Comment

  • Lidia, 18 Gennaio 2023 @ 10:22 Reply

    Queste tue parole dovrebbero risuonare e riverberare per le strade… Dovunque… Perché ognuno comprenda ciò che veramente vuole il Signore da noi… Non regole che incatenano…. Riti che nascondono la nostra schiavitù..

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