In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
Lc 10, 1-9
Ieri abbiamo visto l’albero, oggi vediamo i frutti… e che frutti! Timoteo e Tito sono i più stretti collaboratori dell’Apostolo Paolo. Timoteo di Listra era un giudeo di madre ebrea e padre pagano, si era convertito e conosceva bene le Scritture ed era molto stimato. Con Paolo, Timoteo attraversa l’Asia minore e raggiunge la Macedonia e accompagna l’Apostolo fino ad Atene e poi viene inviato a Tessalonica per arrivare fino a Corinto ed evangelizzare. Tito, invece, era pagano di famiglia greca e viene convertito dall’Apostolo in uno dei suoi viaggi; in particolare Tito va a Corinto per cercare di riconciliare i cristiani di quella città con l’Apostolo che non godeva certo di fama di buon carattere. Nei suoi due collaboratori Paolo riunisce insieme Timoteo, il circonciso, e Tito, l’incirconciso, per indicare la nuova prospettiva cristiana, inclusiva, dinamica, che trova spazio per tutti, che allarga la tenda. Che bello, poterci considerare, oggi, collaboratori di questo annuncio: accolto il Vangelo, lo condividiamo!
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