In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Mt 20,20-28
Oggi la Chiesa celebra la presenza di san Giacomo il Maggiore, fratello di Giovanni, nativo di Betsaida, primo fra gli apostoli ad essere martirizzato. La vita di Giacomo è stata breve, brevissima. Non ha visto quello che è successo dopo la resurrezione di Gesù. Non ha assistito a quel momento magnifico e tumultuoso in cui le comunità sono sorte grazie all’opera di Paolo. Non ha visto il seme del Vangelo portare frutto. Né la prima comunità, i suoi compagni, in particolare, affrontare questioni delicate come il battesimo dato ai pagani. Giacomo è stato il primo a morire, come il Signore, dopo Stefano. Il primo lui che è stato fra i primi. Che ha seguito Gesù nei momenti più intensi, particolari, essenziali. Gesù lo ha voluto con sé, spesso, forse perché voleva che la sua breve vita fosse intrisa di stupore. E noi oggi, ancora andiamo in pellegrinaggio su quella che la tradizione vuole essere la sua tomba, a Santiago. Buffo: non ha avuto il tempo materiale per annunciare Cristo da vivo, lo fa ora, con stupefacente efficacia, da morto, attirando a sé folle e folle di pellegrini. Non importa se siamo dei grandi evangelizzatori. Ciò che ci viene chiesto è di essere anzitutto dei discepoli autentici. Anche da morti potremo annunciare il Vangelo.