Contatta Paolo Curtaz

Per informazioni, organizzazione conferenze e presentazioni

Scrivi a Paolo

Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo.
Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo.
Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita.
Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.
Lc 6,6-11

Gli scribi e i farisei ce l’hanno a morte con Gesù, è del tutto evidente, si vede in ogni loro gesto in ogni loro parola. Ce l’hanno con lui perché ridicolizza le loro affermazioni apodittiche, perché corregge la loro intransigenza, perché non ha studiato e, nonostante ciò, la gente pende dalle sue labbra. Allora, come spesso accade, fanno di tutto per metterlo in difficoltà ma non lo fanno apertamente, non gli dicono in faccia che sta loro antipatico, ci mancherebbe. Fanno delle questioni teoriche, si appellano ai principi, vogliono dimostrare che è un peccatore e che trasgredisce alla Torà. Così facendo offendono la Torà e Dio. Il caso dell’uomo con la mano paralizzata è emblematico: per i farisei la sua guarigione in giorno di sabato si configura come un lavoro, quindi è illecita. Gesù, che lo mette nel mezzo, è addolorato da una visione così assurda e miope della fede. Dio è più felice se un uomo guarisce o se rispetta il precetto del riposo sabbatico? Andiamo! Troppo spesso siamo proprio noi uomini di fede a fare pessima pubblicità a Dio!

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ti potrebbero interessare