Forse abbiamo sentito parlare dei Dervisci rotanti dalle canzoni di Battiato ma, al di là di approssimative danze per turisti viste in qualche viaggio esotico, la maggior parte delle persone non hanno la più pallida idea di cosa si tratti.
Visitando il mausoleo che custodisce la tomba di Mevlana a Konia, in Turchia, si entra in un mondo straordinario, il mondo del sufismo islamico. Vissuto nel XIII secolo, questo poeta e mistico ha osato introdurre nella visione dell’Islam che reputa Dio inconoscibile e che sottolinea l’aspetto politico e culturale della religione il concetto della mistica e dell’incontro intimo col fedele.
Come un nostro san Francesco, Mevlana ha radunato attorno a sé dei compagni per una vita che molto assomiglia al nostro monachesimo, alternando la preghiera, la vita comune e la mendicità come i nostri frati.
Passeggiando fra le celle per la meditazione dei dervisci, fermandosi assorti ad ammirare la grande sala per la preghiera comune e la danza, viene naturale pensare alla parte più autentica della nostra fede: quella del silenzio e della contemplazione.
Eppure siamo in pieno Islam e, ancora una volta, sono confermato dal fatto che lo Spirito suscita percorsi di vicinanza a Dio in ogni esperienza religiosa. Il sufismo, oggi condannato dalla maggioranza dell’Islam radicale, vuole sottolineare l’aspetto intimo e amorevole della fede.
La danza è uno degli strumenti per avvicinarsi a Dio ed è straordinaria questa intuizione (non mi risulta nulla di simile nel cristianesimo) che lega il corpo all’anima e che fa della danza una testimonianza di fede.
E la profondità di Mevlana è sintetizzata dai sette consigli dati ai dervisci:
- Sii come fiume nell’aiutare gli altri e per la generosità
- Sii come il sole per la compassione e per la pietà
- Sii come la notte nel nascondere i difetti degli altri
- Sii come morto nella furia e nel nervosismo
- Sii come la terra per la modestia e l’umiltà
- Sii come il mare per la tolleranza
- Sii come sembri o sembra come sei.
Oggi, come dicevo, i dervisci sono quasi sempre solo bravi ballerini e non monaci.
Ma fa una certa impressione vedere il mausoleo, ufficialmente museo nella laica Turchia, pieno di fedeli e devoti che cercano tracce di santità. Anche fra noi turisti.
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