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In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.
È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”.
Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie». Mt 11,16-19

Ci decidiamo o no? Sappiamo cosa vogliamo dalla nostra vita? Siamo disposti a metterci in discussione o la colpa è sempre degli altri? Ci crogioliamo nel rancore, nell’invidia, prendendocela con la vita e con Dio per non averci esauditi? A volte, se siamo onesti, siamo proprio così, come i bambini capricciosi mai contenti del gioco proposto… Così, ad esempio, rispetto a Gesù, i contemporanei lo accusano di essere poco religioso! Il Battista era accusato di essere troppo asceta e Gesù di essere troppo mangione! In realtà è il nostro cuore e il nostro sguardo a non essere mai contento, a fare le pulci a Dio su qualunque cosa. Se un regalo di Natale vogliamo preparare al Signore, quest’anno, potrebbe proprio essere il proposito di essere meno lamentosi, di riscoprire la gratitudine per tutto ciò che siamo, abbiamo e facciamo, smettendola di essere sempre imbronciati con tutti e riconoscendo i nostri limiti e le nostre responsabilità. Così, ad esempio, potremmo uscire dall’orribile pantano in cui la nostra società italiana si è infilata, fatto di rabbia e di scontentezza, tutti sempre pronti ad accusare gli altri sorvolando sulle proprie mancanze…

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