Non sembra affatto un black-block. Per come è vestito, per la paura che dimostra di avere. Può avere cinquant’anni,indossa un logoro giubbotto di jeans, giace sull’asfalto. Sembra piuttosto uno di quei povericristi che, dopo aver visto il proprio salario perdere il 20% del proprio valore negli ultimi cinque anni, ora sa che le nuove misure draconiane del governo lo taglieranno di un altro 20%. Quasi la metà di ciò che guadagnava cinque anni fa. Gli analisti raccontano che l’allegra gestione dei governi, duro monito per l’Italia, alcune scelte opinabili (le olimpiadi costate il 300% del preventivo, altro che roma 2020!) e un certo immobilismo della piccola patria che ha visto nascere il pensiero occidentale ha portato il paese alla bancarotta. In soldoni: i titoli di Stato greci non possono essere pagati. Il prestito europeo è solo un palliativo, dicono gli stessi analisti, per dare il tempo ad altri paesi, Portogallo Spagna e noi, di allontanarsi dalla barca prima che affondi.
No, non capisco niente di economia, ovvio.
No, non so se il rigore economico sia il nuovo idolo cui immolare una nazione.
Sì, sono proprio un ingenuo cretino che pensa che siamo scivolati nella dittatura del mercato: dieci gruppi finanziari decidono se un paese deve vivere o meno, dieci persone pagate milioni di euro all’anno.
Sì, penso che la situazione sia terribile.
No, non ho soluzioni, non avendo le competenze.
Ma quell’uomo steso in terra colpito da una manganellata mi scuote. Immobile, solo, simbolo di un popolo e di un’Europa che si sta distruggendo, quell’uomo spaventato, di cui non vedo il volto, si traccia un segno di croce.
Tre volte, come fanno i fratelli greci ortodossi per ricordare la Trinità, tre volte, come se stesse celebrando una liturgia.
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