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Nelle mie letture dell’alba trovo una splendida poesia di  J. L. Borges El remordimiento che voglio condividere con voi:

Ho commesso il peggiore dei peccati

Che possa commettere un uomo

Non sono stato

Felice

La provocazione mi ha fatto venire in mente un detto del Talmud che cito spesso:

Dio ci chiederà conto di ogni gioia che non avremo vissuta

Certo, la vita ci pone davanti molti ostacoli, e molti ne aggiungiamo noi. Ma non scordiamoci mai che Dio ci ha creato per essere felici e che la nostra vita tende alla felicità. Il peccato, come dice Borges (copiando la Bibbia!), è scordarsi di investire in questa progressiva “felicitazione”. Come scrive A.Gide:

Non c’è che una tristezza, quella di non essere santi.

Animo, cercatori di Dio, abbiamo un compito da svolgere, oggi.

50 Comments

  • Lidia, 8 Ottobre 2010 @ 07:49 Reply

    Ciaooooo Carmelo!!!!!

  • Molly, 8 Ottobre 2010 @ 08:42 Reply

    X CARMELO:

    Se noi siamo rassegnati solo quando Iddio ci manda consolazioni e piaceri, credete pure, ci facciam pochi meriti, e non ci faremo mai santi: è necessario che ci mandi tribolazioni per provargli che siamo veramente figli della Divina Provvidenza; quantunque non avessimo di che nodrirci, di che vestirci, non dovremmo mai far questo torto al Signore con diffidare di lui, o mostrarcene tristi e malinconici. Via, siamo sempre allegri in Domino, egli pensa a noi più di quanto noi pensiamo a lui; e fa tutte le cose infinitamente meglio di quanto possiamo pensarle noi.
    San Giuseppe Cottolengo

    un sorriso

  • costanza, 8 Ottobre 2010 @ 12:26 Reply

    @Janus

    “Putrio…putrio…putrio”… forse è questo che l’essere cercatori di Dio ci deve aiutare a superare, la sensazione continua che tutto sia putrio, e che a chi vi si oppone siano destinate nove pallottole (minimo).

    La gioia profonda, carsica, dell’essere cristiani mi parla di speranza, anche per chi soffre/ha sofferto, mi parla di un qui ed ora che può essere felice anche nel dolore. E dove ‘putrio’ non è l’unico orizzonte

  • Janus, 8 Ottobre 2010 @ 13:00 Reply

    @ Costanza.

    Confermo e sottoscrivo.

    Se, come ricordo, ora sei a Napoli … non devi vivere proprio bei bei momenti.

    Il “putrio” è esploso ed imbratta tutto … non ha più reticenza nel mstrarsi, nell’emergere, nel soffocare in pubblico … nel dichiarare le proprie amicizie, la propria forza.

    L’Hic et Nuc è esattamente il luogo e la misura del nostro impegno da cristini.
    Don Puglisi insegna.

    E’ come dici tu … occorre trovare la felicità anche nel dolore … a maggior ragione se il dolore non è nostro ma di altri a cui ci accostiamo nel gesto dell’aiuto.

    Grazie.
    Janus

  • costanza, 8 Ottobre 2010 @ 13:09 Reply

    Essere a Napoli, adesso, è un po’ come un dono, la spinta per convertisri alla gioia.
    Grazie a te

  • Vera, 8 Ottobre 2010 @ 20:26 Reply

    Ciao Carmelo, in questo momento, che intuisco di grande sconforto per Te, voglio ricordarti queste parole e le ricordo anche a me stessa e a tutti gli amici del Blog:
    ———
    “Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?
    ………………
    Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati.
    Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né altra creatura alcuna potrà MAI separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore.”
    Romani 8,35. 37-39
    ———
    RESISTI, Carmelo, perché: “non respinge per sempre il Signore anche se affligge usa poi misericordia…”

    “Sieda costui solitario e resti in silenzio, poiché egli glielo impone. Ponga nella polvere la bocca, forse c’è ancora speranza. Porga a chi lo percuote la sua guancia, si sazi di umiliazioni. Poiché il Signore non respinge per sempre. Ma, se affligge, avrà anche pietà
    secondo il suo grande amore.”
    Lamentazioni 3, 28-32
    ———-
    Questo nel rispetto della sofferenza, delle SITUAZIONI più strane disparate e dolorose che necessariamente (così pare) ognuno di noi (anch’io…) incontra in varie forme-colori-dimensioni nella sua vita… che durino mesi minuti o anni….o che sembrino durare per il nostro “sempre”…

    …sempre noi cristiani possiamo affermare con forza che è vero che Ogni Cosa ha il suo momento (contingente!!!) sotto il cielo, che c’è tempo per: piangere fare la guerra costruire uccidere o seminare odiare raccogliere pietre o abbracciarsi piangere amare …fare e vivere di tutto…
    tacere o parlare….scrivere sui Blog…

    Ma la certezza della nostra fede,
    CRISTO MORTO E RISORTO PER NOI,
    quella rimane sempre.
    E se questo non dà ancora intima felicità, dà comunque speranza.

    Vera

  • Vera, 8 Ottobre 2010 @ 20:52 Reply

    A Janus e Lidia:
    Coi vostri “Ho visto…” (d’accordo con Janus per Blade Runner!)
    mi fate venire in mente un altro famosissimo incipit che risuona nella mia memoria,
    e si tratta ancora di Grande Poesia, che possa o no piacere!

    “I saw the best minds of my generation destroyed by madness, starving hysterical naked,
    dragging themselves through the negro streets at dawn looking for an angry fix…”

    “Ho visto le migliori menti della mia generazione
    distrutte dalla pazzia, affamate, isteriche, nude
    trascinarsi per strade di negri all’alba in cerca di droga rabbiosa”
    Howl Allen Ginsberg

    Paolo ha aperto la strada alla Poesia… ed è difficile per me fermarla!
    Ma ora basta: lo prometto!

    Vera

  • Aure, 10 Ottobre 2010 @ 21:15 Reply

    Dicono che Cristo è il profeta dei deboli e invece venne a dar forza ai languenti e a fare i calpestati più alti dei re. Dicono che la sua è religione di malati e moribondi eppure guarisce gl’infermi e risuscita i dormenti.Dicono ch’è contro la vita e vince la morte. Ch’è il Dio della tristezza mentre esorta i suoi a rallegrarsi e promette un eterno banchetto di gioia ai suoi amici. (G. Papini, Storia di Cristo)
    Credo che ogni conversione che si rispetti nasca da una gran fame di gioia.Che Cristo non solo promette, ma assicura qui,adesso.E il remordimiento è per me quello di un tempo lontano da Cristo,un tempo che potrei chiamare perduto se non per il dono della memoria di quella tensione continua che mi ha condotta a Lui.E credo che per tutti debba significare rimorso per tutte le volte che abbiamo preferito scordare che Lui ci ama sconfinatamente,che è pure morto per noi-chi mai lo farebbe oggi-e ci siamo afflitti e incordati nelle nostre umane miserie.

  • Riccardo, 16 Ottobre 2010 @ 16:51 Reply

    Grazie padre, di questo compito su cui riflettere.

    Se Dio ci renderà conto di ogni gioia che non abbiamo vissuto, ci renderà conto anche di ogni peccato che non abbiamo perdonato?

  • Riccardo, 16 Ottobre 2010 @ 20:57 Reply

    Mentre leggevo questo articolo, ascoltavo il commento della lettura al vangelo (17 ottobre).
    Poi sono andato a messa.

    Allora ho unito vari punti.
    Qual è la gioia di cui ci renderà conto Dio?
    È forse vedere un film comico, andare allo stadio?….
    La gioia è forse la preghiera? È forse la fede? È forse riempire la vita con al fede?
    E se la gioia è la preghiera in quanto ci avvicina a Dio (si veda quante volte Gesù si ritira in preghiera per unirsi al Padre), si può rinunciare alla preghiera per sostituirla con la lettura o con lo scrivere?

    Com’è andata l’operazione all’occhio?

    Grazie per la riflessione

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