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Conobbi Christophe, giovane monaco, a Tamiè, nella seconda metà degli anni ’80. Proveniva dal monastero trappista di Les Dombes. In seguito seppi che raggiunse alcuni confratelli in Algeria, a Notre Dame de L’Atlas, un piccolo monastero benedettino in mezzo alle montagne. A quei tempi non mi colpì particolarmente, era uno dei tanti monaci che cantavano splendidamente nel monastero che amavo frequentare per la liturgia orante e intensa. Seppi di lui molti anni dopo, nel 1996, quando la GIA islamica rapì i sette monaci inermi. Furono 1oomila i morti in quegli anni e, fra i molti, tutti gli stranieri che non avevano abbandonato l’Algeria sotto la minaccia della violenza. Loro rimasero. Nessun eroismo, solo un’obbedienza alla storia e al loro carisma, solo il buon senso di stare accanto alla gente che li amava, tutti musulmani, e che salivano da uno dei frati, medico, che rompeva la clausura per curare la gente del villaggio. “Non andate – disse una madre algerina – noi siamo gli uccelli e voi i rami”. Durante i 60 giorni di rapimento il Cardinal Lustiger volle in tutte le chiese di Francia 7 lumi accesi, giorno e notte. Li spense in abiti liturgici solenni, a Notre Dame di Parigi, davanti a una folla di giornalisti convocati che non osarono porre domande. La laicissima Francia pianse i suoi figli con rispetto inatteso, come si venerano i figli migliori. I diari di Christophe e il suo ultimo, struggente addio, prima di essere rapito, fece il giro del mondo. Per un attimo al vecchia Europa si accorse che ci sono uomini e donne che amano nel silenzio. E che muoiono. Gran premio della Giuria del Festival di Cannes, il film “Des hommes et des Diuex”, tradotto come “Gli uomini di Dio”, giunge oggi nelle sale italiane. E commuove, interroga, inquieta. Nessuna denuncia politica, nessun indugio spettacolare sulla violenza. Solo la vita di sette uomini che seguirono il loro Dio e obbedirono alla gente, non alla minaccia della armi. Un piccolo grande film che scuoterà la nostra coscienza intorpidita, facendoci immaginare una vita altra.

Ecco il loro ricordo

Frère Christian de Chergé, priore della comunità, 59 anni, monaco dal 1969, in Algeria dal 1971. La personalità forte, umanamente e spiritualmente, del gruppo. Figlio di generale, ha conosciuto l’Algeria durante tre anni della sua infanzia e ventisette mesi di servizio militare in piena guerra d’indipendenza. Dopo gli studi al seminario dei carmelitani a Parigi, diventa cappellano del Sacré Coeur di Montmartre a Parigi. Ma entra ben presto al monastero di Aiguebelle per raggiungere Tibhirine nel 1971. È lui che fa passare l’abbazia allo statuto di priorato per orientare il monastero verso una presenza di “oranti in mezzo ad altri oranti”. Aveva una conoscenza profonda dell’islam e una straordinaria capacità di esprimere la vita e la ricerca della comunità.

Frère Luc Dochier, 82 anni, monaco dal 1941, in Algeria dal 1947. Quello che tutti chiamavano “il dottore” era, per usare una sua espressione “un vecchio consumato ma non disilluso”. Nato nel Drome, esercita la medicina durante la guerra e arriva perfino a prendere il posto di un padre di famiglia numerosa in partenza per un campo di prigionia in Germania. Per cinquant’anni a Tibhirine ha curato tutti, gratuitamente, senza distinzioni. Nel luglio 1959 era già stato rapito dai membri del FLN (Fronte di liberazione nazionale). Le crisi d’asma non avevano intaccato il suo humour salace. Per il suo funerale aveva scelto una canzone di Edith Piaf: Non, je ne regrette rien.

Frère Christophe Lebreton, 45 anni, monaco dal 1974, in Algeria dal 1987. Personalità calda ed esplosiva. Settimo di dodici figli, questo sessantottino ha prestato servizio civile a titolo di cooperazione in Algeria. È il primo contatto con il monastero di Tibhirine. A 24 anni entra al monastero di Tamié. Ma è innamorato della terra algerina. Verrà ordinato prete nel 1990 e diventerà maestro dei novizi della comunità. Il suo gusto per i rapporti con i più umili va di pari passo con una caparbia volontà di spingersi sempre più lontano nella riflessione di fede e nel dono di sé.

Frère Bruno Lemarchand, 66 anni, monaco dal 1981, in Algeria e Marocco dal 1990. Come Michel e Célestin, proviene dall’abbazia di Bellefontaine. Ma prima era stato per quattordici anni direttore del collegio Saint-Charles di Thonars (Deux-Sèvres). Figlio di militare, nell’infanzia ha conosciuto l’Indocina e l’Algeria. In realtà, è solo per caso che si trova a Tibhirine il 26 marzo 1996. Dal 1990 è 1’animatore della fraternità che,la comunità ha aperto a Fez in Marocco. È venuto per partecipare alle votazioni per il rinnovo della carica di priore. Lo dipingono come un uomo posato e riflessivo.

Frère Michel Fleury, 52 anni, monaco dal 1981, in Algeria dal 1985. Un uomo semplice, per non dire schivo, ma impregnato di povertà. Nato da una famiglia contadina della Loire-Atlantique, era entrato nella congregazione del Prado a 27 anni e aveva lavorato come fresatore a Lione e a Marsiglia, prima di dirigere i suoi passi all’abbazia di Bellefontaine. Lì sente la chiamata dell’Algeria. A Tibhirine è il cuoco della comunità e l’uomo dei lavori domestici. È sua la cocolla (abito monastico che segna l’assunzione dell’impegno definitivo) che viene ritrovata sulla strada di Médéa dopo il rapimento.

Frère Célestin Ringeard, 62 anni, monaco dal 1983, in Algeria dal 1987. Due esperienze caratterizzano lo sfondo della sua vocazione monastica. Innanzitutto la guerra d’Algeria nel corso della quale, infermiere, cura un partigiano ferito che l’esercito francese avrebbe voluto finire. Poi un lavoro di educatore di strada a Nantes, in mezzo ad alcolizzati, prostitute e omosessuali. Prete diocesano, sceglie tardi la Trappa. Estremamente sensibile, dovrà convivere con sei by-pass coronarici dopo la prima visita del GIA al monastero nel Natale 1993.

Frère Paul Favre-Miville, 57 anni, monaco dal 1984, in Algeria dal 1989. Un savoiardo fino al midollo, che ha trovato solo a 45 anni il suo cammino verso le vette. Prima è stato idraulico e ha fatto il militare in Algeria come ufficiale paracadutista. A Tibhirine è l’uomo dell’acqua, quello che mette in funzione un impianto di irrigazione per gli orti. Nel marzo 1996 era appena rientrato da una sosta in famiglia, portando una scorta di vanghe e dei giovani faggi da piantare. Perché Tibhirine significa “giardino”…

44 Comments

  • Jenny, 22 Ottobre 2010 @ 22:01 Reply

    Caro Paolo, quanti martiri….non ho letto tutto perchè mi uscivano le lacrime finirò domani,grazie per tutto ciò che ci mandi, una preghiera reciproca. Ciao don Sandro non mi dimentico siete tutti nel mio cuore. Vi chiedo una preghiera speciale x un bimbo di 2 anni sta molto male,febbre alta,i medici non sanno da dove viene.

  • Lidia, 22 Ottobre 2010 @ 22:10 Reply

    http://www.luigiaccattoli.it/blog/

    lo stesso omaggio sentito anche in questo blog

  • robis, 22 Ottobre 2010 @ 23:14 Reply

    Dal testamento spirituale (1993) di Frère Christian:

    “Se mi capitasse un giorno – e potrebbe essere oggi –
    di essere vittima del terrorismo che sembra voler coinvolgere ora
    tutti gli stranieri che vivono in Algeria,
    vorrei che la mia comunità, la mia Chiesa, la mia famiglia
    si ricordassero che la mia vita era donata a Dio e a questo paese.

    Venuto il momento vorrei poter avere quell’attimo di lucidità
    che mi permettesse di sollecitare il perdono di Dio
    e quello dei miei fratelli in umanità,
    e nello stesso tempo di perdonare con tutto il cuore
    chi mi avesse colpito.

    E anche te, amico dell’ultimo minuto
    che non avrai saputo quel che facevi.
    Sì, anche per te voglio questo “grazie”,

    E che ci sia dato di ritrovarci, ladroni beati,
    in Paradiso, se piace a Dio, Padre nostro, di tutti e due.”

  • elio, 23 Ottobre 2010 @ 00:16 Reply

    Quando nacqui mi diederero una coppa la bevvi e sul fondo trovai una perla: la giovinezza. Anche la giovinezza mi offri la sua coppa la bevvi avidamente e sul fondo trovai un rubino: l’amore. Anche l’amore mi diede la sua coppa che bevvi golosamente e sul fondo trovai un diamante: il dolore. Anche il dolore si affrettò a darmi la sua coppa disperatamente la bevvi e,gioia suprema, sul fondo trovai Dio. Metafora della vita,o vita nella fede?

  • elio, 23 Ottobre 2010 @ 00:28 Reply

    Caro don Paolo il prossimo 26/11 quando tornerai a Genova in via Buranello porta il tuo ultimo libro ” ABC DELLA FEDE CRISTIANA” Ieri sera s S.Eusebio non c’era. Grazie sempre per questi rari momenti di “ritorno a casa”. Ho molto apprezzato quando rivolto ai ragazzi che erano in Chiesa hai detto “…è proprio a 15 16 anni, cioè alla vostra età che c’è l’impring della fede…” mi sono sentito nell’oratorio di S.Sabina sul finire degli anni ’50. E’ dura quasi impossibile ma sono certo del suo Amore e quindi…

  • Paolo, 23 Ottobre 2010 @ 13:59 Reply

  • Vera, 23 Ottobre 2010 @ 20:33 Reply

    Ciao a tutti.
    Non so ancora se potrò vedere il film, per ora, mi auguro di si.
    Apprendo anche con piacere che la vicenda non è narrata
    in chiave soprattutto politica ma umana quotidiana mistica.
    ……………
    Di fronte al pericole reale, chi rimane?!
    La Gloria di Dio sia sui 7 monaci che sono rimasti al loro posto,
    saldi nella loro testimonianza di fede, ed hanno, per questo, trovato la morte, morte violenta.
    ……………
    Ma per mano di chi?
    cito da http://www.avvenire.it/Spettacoli/cannes+festival+monaci_201005191034299530000.htm
    Se infatti all’inizio la strage era stata attribuita alla GIA (Gruppo Islamico Armato), in una fase processuale successiva si è invece parlato di un «errore dell’esercito algerino».
    ……………
    questo link invece per chi vuole sapere meglio cosa vuol dire «errore dell’esercito algerino»:
    http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/200807articoli/34524girata.asp
    ……………
    Sono santi e martiri coloro che muoiono per fede e amore di Dio.
    Sono pericolosi tutti coloro che uccidono in nome di Dio.
    ……………
    Io reputo pericolosi anche coloro che fomentano odi religiosi, culturali; scontri fra civiltà diverse; e mi preoccupano pure i molti (la maggioranza) che non si curano di sapere, di indagare le cause e le ragioni delle tante guerre e ingiustizie dimenticate sparse per il mondo e di cui nessuno dice nulla.
    Tranne che male e quando accadono fatti gravi.
    E tutti accettano passivamente pastoni e stralci di pseudonotizie qua e là ogni tanto, su giornali e tv, senza ordine né logica, tra un piccola vicenda tutta italiana e provinciale ed un’altra ancora più piccola e più misera…

    Tutti distratti dalle cose vere che accadono ogni giorno nel mondo…

    Io credo che nella ricerca della Verità non ci si può fermare a quello che a volte i Media, in modo affrettato e superficiale vogliono farci credere.

    Con un po’ di pazienza ed intelligenza é possibile capire di più e meglio, per agire poi in modo più consapevole e incisivo….
    … perché il Regno si costruisce (anche) con piccoli mattoni di Verità!
    …….
    A Maria Rosaria dico che c’é tempo per ogni cosa: la settimana scorsa non era il mio tempo per il blog.
    (e aggiungo anche che ho una bellissima gattina forte selvatica ma tenerissima…)

    Vera

  • cianin, 24 Ottobre 2010 @ 11:21 Reply

    Paolo, scusa, poso mettere il tuo scritto su FB vicino al trailer del film, naturalmente con la tua firma?
    Grazie!

  • maria rosaria, 24 Ottobre 2010 @ 17:45 Reply

    «Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta».

    «Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome dicendo: “Sono io” e: “Il tempo è prossimo”; non seguiteli.

    Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine».

    «Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo.

    Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, a causa del mio nome. Questo vi darà occasione di render testimonianza.

    Non preparare prima la vostra difesa; io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere.

    Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati da tutti per causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà.

    Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime; e mi piace aggiungere : anche quelle di molti fratelli.

    Ci sono uomini e donne che amano nel silenzio. E che muoiono.

    Uomini che seguirono il loro Dio e obbedirono alla gente, non alla minaccia della armi.

    Loro, non si sono lasciati terrorizzare.

    Ok Vera, è tutto a posto; sono felice per te e la tua gattina, anch’io ne ho una dolce e remissiva; (dobbiamo credere che Dio «si dà pensiero» anche degli animali).

  • Janus, 25 Ottobre 2010 @ 14:41 Reply

    Ieri dovevo fare foto ad un battesimo.
    Amo la fotografia, ma non questo particolare tipo di foto!
    Mi sono riletto un po’ il mio manuale di fotografia, per trarre qualche utile ragguaglio su inquadrature che frequento poco.
    Sul formato 35mm esistono sostanzialmente due modi di inquadrare … “lo schema dei terzi” se scatti “a soggetto”… “la regola aurea” se scatti “a zona”!
    In entrambe i casi il numero risultate … è un numero irrazionale!

    Mi sono soffermato a pensare su questo dato curioso … le leggi dell’Armonia sono espresse con numeri irrazionali 🙂 Mi son sentito meglio!

    Irrazionale fu la scelta di non lasciare il monatstero di Tibhirine … armoniosa irrazionalità, mutuando un adagio “punk” che tanto mi fu caro … un atto di “insensata bellezza”.

    Mi ricordo sai Paolo di quelle teste mozzate che venenro ritrovate!

    Si andava verso il caldo … ed eravamo nel nostro “covo” a preparare non so cosa! Arrivò uno di noi … dicendo “li hanno ritrovati! A pezzi!”
    Mi ricordo che pensai alla bellezza di quella fine … alla forza di quell’immagine … all’armonia che i sette avevano regalato al mondo! Si pensai a tutto questo, ancora molto estetizzante nella mia lettura del mondo e della vita … nella ricerca della “bella morte” … nelle ricerca sapasmodica di assolvere all’antico “bisogna” : far della propria vita un’opera d’arte!

    Beh i sette monaci, per i miei occhi di 23enne, interpretarono al meglio questa intima necessità!

    Ringrazio Robis per avermi fatto scoprire “Ad Dio” di frere Christian, ed aver così colmato di bellezza, la mia profonda ignoranza.

    Incredibile come chiuda con “insh’Allah”, in arabo, come massimo rispetto al “libero arbitrio” di quelli che diverranno i suoi persecutori.
    “Deo volente”, “fiat Voluntas Dei” … incarnazione estrema, perchè vissuta in prima persona, della massima d’Amore Cristiano.

    Incredibile anche come il più alto attestato della loro missione si legga nel comunicato con cui, chicchefu, rivendicò la strage: (comunicato n. 43, la motivazione “teologica) “Tutti sanno che il monaco che si ritira dal mondo per raccogliersi in una cella, presso i nazareni, si chiama eremita. È l’uccisione di questi eremiti che Ab Bakr al-Siddîq aveva proibito. Ma se un tale monaco esce dal suo eremo e si mischia alla gente, la sua uccisione diventa lecita. È il caso di questi monaci prigionieri che non si sono separati dal mondo. Al contrario, vivono con la gente e la allontanano dal cammino divino incitandola a evangelizzarsi. L’accusa contro di loro è ancora più grave.”

    Nessuno potrà mai impossessarsi della loro Morte … essa appartiene a Dio … come appartennero a Dio la loro Vita e la loro Testimonianza!

    A presto,
    Salùt.

    Janus

  • maria rosaria, 25 Ottobre 2010 @ 21:46 Reply

    Lidia, hai ragione ogni Santo ha seguito la sua strada, la sua storia, ma ciascuno, nessuno escluso, è rimasto ancorato alla Croce di Cristo.

    Essi, sebbene partecipi della natura umana, sono tuttavia un riflesso dell’immagine di Cristo (2 Cor 3,18).

    Pur in mezzo alle occupazioni terrene erano così uniti a Dio da non avvertire quasi la presenza di questo mondo.

    Ogni loro desiderio terreno era crocifisso, non c’era più in essi nessuna aspirazione per le realtà materiali e molti desideravano ardentemente il martirio.

    Essi ora vivono per sempre, la loro ricompensa è presso il Signore e l’Altissimo ha cura di loro (Sap 5,15).

    Il regno dei cieli è la loro dimora e la loro vita è l’eternità.

    Tutti i Santi sono “Des hommes des Dieux”

    Tutti gli uomini sono chiamati alla “Santità”

    Nous aussi nous pouvons être “Des hommes des Diuex”

  • Lidia, 25 Ottobre 2010 @ 22:43 Reply

    Ogni volta che leggo di questi martiri (o anche “solo” di omicidi di massa o “solo” omicidi “comuni”) mi chiedo come possiamo – come esseri umani – arrivare a tanto.
    E per che cosa, poi?
    Per un’idea?
    Ma un’idea è più importante di un essere umano, per di più inerme e che fa solo del bene?

    Non discuto sulla teologia (della sofferenza), ma come essere umano mi pongo questo problema e ne sono spaventata, perchè coloro che hanno ucciso non sono peggio di me, sono persone come me …

    Ma come è possibile arrivare a tanto?

  • Vera, 26 Ottobre 2010 @ 06:22 Reply

    A Lidia, Maria Rosaria, Janus, tutti…

    ognuno di noi avrà la sua morte, cosa ne sappiamo noi di come quando?…

    “Chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?”

    …nel nostro letto, coi nostri cari accanto.. in un ospedale… un ospizio…
    in un eremo, una cella? una prigione, un incidente? morte naturale violenta o per malattia, trucidati anche noi o per il solito caso (!?)… abbiamo scelto di seguire Gesù…Lui ci ha chiamati… alla Santità certo TUTTI.
    Al martirio…forse…
    ma perché temere?

    “Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla.”
    ……
    Tutti noi avremo la nostra morte che sarà la migliore per noi!
    (come lo è la vita che abbiamo)
    ……
    Io sono convinta che la mia morte sarà la migliore per me.
    Nell’economia della salvezza che Dio ha stabilito prima che nascessi.

    nascere invecchiare morire fanno parte del vivere (per sempre)

    …Santa Maria, madre di Dio, prega per noi peccatori
    ADESSO e NELL’ORA DELLA NOSTRA MORTE…

    Buona Giornata
    Vera

  • Lidia, 26 Ottobre 2010 @ 07:23 Reply

    Spesso mi chiedo:

    ma tutti questi santi, martiri ecc. che traccia lasciano nella mia vita?

    Li lascio solo nella sfera della preghiera (magari d’intercessione), nel ricordo o nella commozione, oppure cerco di imitarli nella mia vita (con tanta fatica)?

    Sono fedele al “credo” come loro oppure taglio la corda non appena le cose non vanno come vorrei?

    I santi e martiri non sono forse indicatori più che “ricordi”?

    Domande … solo domande.

  • Vera, 26 Ottobre 2010 @ 12:16 Reply

    domande a noi o a te stessa, Lidia?

    indicatori (che indicano Dio), non (semplici) ricordi, fratelli maggiori, esempi, modelli,
    imitatori a loro volta (di Gesù)…
    quello che hanno fatto loro (uomini e donne comuni) possiamo farlo anche noi.

    …la comunione dei santi…

    tu puoi decidere cosa vuoi che siano per te, e risponderti.
    ciao
    Vera

  • laura, 26 Ottobre 2010 @ 13:20 Reply

    Mi piace molto leggere la vita dei santi, appena posso leggo quello che (non per caso) mi capita o mi incuriosisce. E’ bello sapere della loro esperienza, conoscerli un po può essere contagioso, può “mettere la voglia di diventare santi”, non quelli con l’aureola luminosa in testa 😉 ma quelli che vivono una vita piena di senso.
    Come dice Vera sono indicatori (di Dio e dell’uomo), esempi, modelli.

  • maria rosaria, 26 Ottobre 2010 @ 14:09 Reply

    Infatti Vera, abbiamo scelto di seguire Gesù…..Lui, il Santo dei Santi, ci ha chiamati TUTTI alla Santità; costa fatica certo, ma la ricompensa sarà GRANDE.

    Coraggio, dunque, rimbocchiamoci le maniche e iniziamo a lavorare per il Regno; con Lui accanto riusciremo ad essere Santi fra i Santi.

    Il mio motto? “Provare per Credere”.

    E non diciamo: “da dove iniziare?”

    Cominciamo da Uno il resto verrà da sè!

  • Janus, 26 Ottobre 2010 @ 14:33 Reply

    Su Su ,
    cerchiamo di staccare per una volta la nostra mente razionale e facciamo esplodere e prevalere la nostra mente immaginifica.

    Cerchiamo una volta tanto di perderci nella contemplazione di questa bellezza che racchiude il sacrificio dei nostri 7 fratelli!

    Lasciamo per un momento il “chi, come, dove, quando, perchè” … bruciamo le navi nei porti, siamo sul lido della Bellezza … che come dice Ratzinger , è “nostalgia di Dio”!

    Insomma, per un frammento di vita, cerchiamo di fare del “cupio dissolvi” di S. Paolo la cosa Santa che è nella tensione a Dio … e non trasformiamolo nella tensione al vuoto, al dubbio, al basso, al brutto ed al male che, ahimè, è operazione ben più facile nel nostro mondo e nella nostra quotidianità.

    Non riusciamo a trovare un minimo d’estasi e di pace neanche davanti alla bellezza, all’armonia che ci hanno donato questi nostri 7 fratelli … ???

    Davanti all’Armonia del Creato … ed i nostri 7 … ne sono alfieri, … io onestamente … non riesco a perdermi in domande!

    Per dirla alla Sant’Agostino:

    Interroga la bellezza della terra, interroga la bellezza del mare, interroga la bellezza dell’aria diffusa e soffusa. Interroga la bellezza del cielo, interroga l’ordine delle stelle, interroga il sole, che col suo splendore rischiara il giorno; interroga la luna, che col suo chiarore modera le tenebre della notte. Interroga le fiere che si muovono nell’acqua, che camminano sulla terra, che volano nell’aria: anime che si nascondono, corpi che si mostrano; visibile che si fa guidare, invisibile che guida. Interrogali! Tutti ti risponderanno: Guardaci: siamo belli! La loro bellezza li fa conoscere. Questa bellezza mutevole chi l’ha creata, se non la Bellezza Immutabile?

    Salùt,
    Janus

  • carola, 26 Ottobre 2010 @ 15:18 Reply

    Cari fratelli,
    mi piace molto questo discorrere savio e un pò forbito, anche su temi decisamente non facili come la morte…e, tanto più la morte per mano di altri uomini. Anch’io mi interrogo spesso (ed è un tormento) sul come un essere umano possa nutrire tanto male da alzare la propria mano su un proprio simile. L’unica risposta che mi so dare è che il divisore non conosce limiti e che il veleno non si diffonde in bottiglie con tanto di teschio disegnato, ma, il più delle volte, in magnifiche bottiglie di champagne…..(con buona pace del vino, che, tra l’altro mi piace pure….in piccolissime dosi!!!)

  • Vera, 26 Ottobre 2010 @ 15:25 Reply

    Si, hai ragione Janus, di fronte alla sorella-morte a volte è necessario il silenzio, la pace della ragione.
    E che la morte sia bella e in-armonia, come tutte le creature di Dio, e amica, sempre.

    Accolgo il tuo invito ad ammirare la bellezza e l’armonia della morte dei nostri 7 fratelli;
    pace a (chiunque siano stati e per qualunque ragione lo abbiano fatto)
    pace ai responsabili della loro morte, come anch’essi (i 7 monaci) avrebbero voluto,
    moriranno anche loro (i responsabili), e moriremo anche noi….
    … pensando alla morte oggi, io penso alla Croce di Cristo, Gloriosa, che risplende!
    Bellissima!

    Vera

  • maria rosaria, 26 Ottobre 2010 @ 16:58 Reply

    Bellissimo Janus!

    Grazie.

  • Vera, 26 Ottobre 2010 @ 17:44 Reply

    Scusate Lidia e Carola che vi chiedete come un uomo possa uccidere un altro uomo… forse che a Gesù hanno fatto l’anestesia prima di flagellarlo, e metterlo in Croce?
    Croce che è diventata Gloriosa
    Amore
    (e Bellezza)
    Vera

  • don sandro, 26 Ottobre 2010 @ 23:13 Reply

    Sono contento x chi , come janus vera e tanti altri, riesce a vedere nella Croce… la Gloria di Gesù.
    Anche Giovanni – il mistico tra gli Apostoli- vede nella Croce la Glorificazione.
    Chi ha fede, probabilmente dovrebbe sempre ragionare così!!
    ***
    Forse però la mia fede non è molta …
    e allora mi metto dalla parte di chi guardando la Croce …. quasi prova ribrezzo …(forse perchè non si sa andare oltre , non si riesce a vedere la Risurrezione…) e sono tanti !!!
    °°°
    …e guardandola( quella Croce ) molti, più che gioia e senso di bellezza … provano tristezza , ribellione , paura, pensando all’umana ferocia…
    °°°
    …forse solo chi è stato muto nella più profonda sofferenza e solitudine , lontano dai riflettori , dopo tanti…. ” perchè tutto ciò, proprio a me, a mia figlia..” puo’ concludere “… la ri-abbraccerò nel giorno della Risurrezione”…
    …x tutti noi invece che ragioniamo di queste cose a tavolino( sostenuti x Grazia dalla Fede!!!) è saggio pensare a quel Gesù che ha combattuto ogni sofferenza, che ha sofferto durante la Passione, che ha pregato perchè passasse da Lui questo calice… che ha detto ” non temete coloro che uccidono il corpo….” ma che contemporaneamente ha avuto paura mentre lo conducevano al supplizio .
    ****
    …è doveroso pensare a chi soffre e non riesce a capire perchè!… immedesimarci con tutti i “Crocifissi”( siano essi torturati dai propri simili, o lapidati o semplicementi.. soli a morire su un marciapiede, o sotto un albero della foresta o le ruote di un Tir .
    °°°°
    La Croce in questo senso è l’ora (anche) della Umiliazione …dell’impotenza … del limite umano .
    …” non ho paura della morte : sono libero ” diceva un monaco …
    … liberi come un uccello sul ramo … libero di spiccare il volo( sostenuti dalla forza della fede ) ma liberi anche di …cadere a terra…. se fragili , piccoli , incapaci di volare alto…
    ***
    …io metto in conto anche ciò!!
    Poi sarà quel che sarà , anzi sarà come il Buon Dio vuole …
    *** e sarà quindi una bella cosa!!!
    — ma ve lo dirò solo dopo !!!
    una preghiera reciproca !

  • Janus, 27 Ottobre 2010 @ 01:10 Reply

    @ Don Sandro

    Non credo d’aver più fede di te Sandro, anzi non credo d’aver più fede di alcuno … di più, a volte mi sorprendo della mia poca fede … e di quanto lungo ancora sia il cammino che devo fare per divenire … manco un buon cristiano, ma un cristiano appena appena accettabile!

    … la Croce può anche far ribrezzo, come strumento di tortura, di terrore, di morte … ma io non guardo la Croce, io guardo il Crocefisso … e qui perdonami, cambia un pelo la cosa … e non è sofismo il mio!

    Forse è un’attitudine diversa la nostra … un carisma diverso … infatti tu fai il prete … e sei un uomo Santo … io no!

    Tu puoi permetterti, vivendo Cristo, di soffermarti sulla Croce, sul male del mondo, sulla sofferenza, perchè la tua missione è rivolta a chi in quelle paludi deve trovare la via! Io sono un peccatore, e come tale mi aggrappo invece al Crocefisso, al suo sacrificio, cercandone Bellezza ed Armonia … senso e significato .. anche per me.

    Non mi sorprendo quindi della tua visione … mi inquieta un pelo di più chi tra i laici … si ferma alla croce ed al male … ed a volte non so se lo fa più per un incofessato fascino subito … che per reale timore !

    Insomma Sandro … i 7 Frati, per me sono un manifesto d’amore e di bellezza, sia per la loro vita che per la loro morte (o meglio per la scelta che li portò poi a morire) … io ho bisogno di Santi, di esempi, di bellezza … perchè vengo dal peccato, dal brutto, dal male! E come me … tanti ! Non è questione di fede… è un elementare bisogno di salvezza … sapere e trovare conferma che l’uomo non finisce con la cifra della mia vita !

    A presto,
    Janus

  • Lucia1, 27 Ottobre 2010 @ 08:05 Reply

    Faccio fatica, davvero a seguirvi sulla definizione di bellezza.
    Io dvanti alla violenza provo solo orrore e dolore.
    L’amore di Gesù è “bellissimo” non la sua morte. Io sto male quando sento intonare il “felix culpa” la notte di Pasqua.
    Aiutatemi a capire, per favore, con parole semplici.
    Non riesco a seguirvi.
    Grazie.

  • laura, 27 Ottobre 2010 @ 12:58 Reply

    Cara Lucia, credo che la bellezza sia nel vedere ciò che il Signore può compiere in noi. E’ bello vedere che si può morire in pace, completamente abbandonati alla Sua volontà(ieri ho scoperto che questo abbandono è il “timor di Dio”, che non avevo mai capito cosa volesse dire); bello sapere che è possibile anche per noi “spogliarsi” di tutto quello che ostacola l’azione di Dio in noi, e che possiamo essere santi come Lui ci vuole.
    Non è bella la croce, non è bello soffrire, non è bello veder soffrire…ma è bello sapere che si può essere “beati” nonostante tutto, perchè dopo la croce c’è la risurrezione.

  • carola, 27 Ottobre 2010 @ 18:31 Reply

    Carissimi,
    siete una vera miniera…tutti, indistintamente. Io mi ritrovo molto nell’orrore (e nella ribellione al male) di Lucia1. So che è una mia fragilità, questa. Vorrei, ad esempio, cancellare tutte le brutture di questo mondo, annullarle (se mai fosse possibile) con la forza del mio amore, del mio sacrificio, anche. Vorrei avere fede quanto un granello di senape, per avere la forza di spostare le montagne. Invece no. Non sono forte, amorevole, fiduciosa abbastanza. Mi sento in colpa per questo. E sento cadere le braccia di fronte all’impotenza, al dover per forza subire il male! Mi sento “nel male” anch’io!!!
    so che lo scoraggiamento è anch’esso una tentazione, ma, purtroppo, mi lascio tanto spesso condizionare da ciò. Non sono una buona cristiana? Come faccio a convertirmi alla gioia, come dice Paolo? saluti a tutti.

  • Vera, 28 Ottobre 2010 @ 12:09 Reply

    !Grazie, don Sandro,
    un’altra volta ti dirò perché vedo Gloriosa la Croce…
    ma la fede, che non si misura, lasciamola a dopo…
    preghiere reciproche sempre!
    ……
    A Lucia1, il felice colpa è difficile da spiegare a parole,
    si capisce meglio vivendolo…
    ad esempio: se ti accorgi che un tuo peccato ti ha fatto conoscere meglio te stessa e la tua fragile umanità,
    e non giudichi più gli altri… e capisci anche che tutti possono peccare/sbagliare, proprio come è successo a te, e pensi che Gesù ci ha redenti e perdonati e salvati tutti e si è fatto uomo è morto e risorto proprio perché in seguito al peccato di Adamo e ai nostri peccati (tuoi e miei) avevamo tutti bisogno di salvezza gratuita e sei contenta perchè sei stata perdonata… ecco ci sei vicina…

  • milena, 28 Ottobre 2010 @ 14:31 Reply

    @Janus
    ” Signore,
    quando ritornerai nella Tua gloria,
    non ricordarTi solo
    degli uomini di buona volontà.
    RicordaTi anche
    degli uomini di cattiva volontà.
    Ma, allora, non ricordarTi
    delle loro sevizie e violenze.
    RicordaTi piuttosto dei frutti
    che noi abbiamo prodotto a causa
    di quello che essi ci hanno fatto.
    RicordaTi della pazienza degli uni,
    del coraggio degli altri, dell’umiltà,
    ricordaTi della grandezza d’animo,
    della fedeltà
    che essi hanno risvegliato in noi.
    E fa’, Signore, che questi frutti
    da noi prodotti siano, un giorno,
    la loro redenzione “.

    questa preghiera, scritta da una vittima di un lager nazista, è per me quello che tu hai definito molto bene come il GUARDARE alla Bellezza della Croce, non alla violenza degli uomini… per VEDERE come questo Suo Amore ostinato, incondizionato, incrollabile può trasformare ogni nostra più misera, squallida, diabolica azione in una sorgente di bene…
    resto letteralmente senza parole di fronte a una fede così grande…

  • Janus, 28 Ottobre 2010 @ 15:35 Reply

    @ Milena
    Grazie amica … grazie molte … non puoi sapere quanto questa tua poesia possa essermi d’aiuto e speranza.
    Grazie ancora.

    @ Lidia, Lucia1, Carla,
    Volevo solo chiarire un aspetto:
    Provare orrore verso la violazione della vita (in ogni caso … e della vita innocente più di ogni altra cosa) è sentimento comune, condiviso e naturale.

    Decidere se poi noi tutti siamo “innocenti” … bhè questo è un’altro paio di maniche!

    Antropologicamente parlando, l’omicidio, … si trova “identificato” e “codificato” come crimine in tutte le culture in tutti i tempi.

    L’uomo insomma ha sempre avuto memoria del fatto che la Vita fosse cosa indisponibile all’uomo stesso, ma appartenesse ad una sfera Divina … non umana appunto.

    Le antiche culture … hanno iniziato a compiere e strutturare i riti … dalla morte … ovvero dai riti funebri, dalla composizione dei cadaveri, dalle tumulazioni dei corpi etc etc … da li in poi il rito si è strutturato verso altri aspetti della vita.

    Ciò detto … la storia dell’uomo è costantemente caratterizzata dall’omicidio, dalla tortura, dall’orrore…

    … ma non solo … anche bellezza, amore, gesti eroici e presenza divina!

    Quindi? Che facciamo ?

    Voi giustamente dite : a volte mi piglia così tanto sgomento che non riesco neanche a pensare che possa esserci felicità e bellezza.

    Ecco fatto!
    Questo è proprio quello che vuole il cornuto … ed è quello che bramano i suoi scherani sulla terra!

    Non cedete …. Cristo è amore, gioia e bellezza!
    Dio ci vuole felici!

    I nostri 7 fratelli lo sapevano… erano talmente pieni della Sua Belleza che son morti invitandoci a non provare odio verso i loro persecutori!
    Di più ci invitano a non provare sgomento e terrore per la loro fine … ma di ricordarli con gioia, nella gioia.

    Ciò non vuole dire che dobbiamo fare gli ebeti superficiali sempre felicioni e contenti! Solo un cretino può esser sempre felice!

    Vuole solo dire di andare in direzione ostinata e contraria (ciao Faber!)al senso di sgomento e frustrazione che impone il demonio all’umanità … cercando sempre … anche nei momenti bui … il senso che Cristo ha voluto per quella nostra esperienza … e non può essere che Amore e Bellezza.

    I Santi, i martiri … i nostri sette frati … mica son morti gridando … “vendicateci” !

    😉

    Salùt
    Marco

  • Andrea, 28 Ottobre 2010 @ 17:53 Reply

    Vi trasmetto dei pensieri di mio figlio a seguito di una aggressione subita da parte di due Rom. Mio figlio non crede ma ha cuore.

    Cari amici tutti ho passato una notte degna dell’illuminato ho visitato tanti pensieri e son arrivato alla conclusione che giudicare proprio non ha senso, il giudizio, qualunque esso sia, preclude ogni possibilità di dialogo e di comprensione, allontana e divide. Ho ripensato a tanti concetti sull’utilità e l’inutilità delle cose e son arrivato a pensare che il mio giudizio attraverso una denuncia servirebbe ben poco, credo possa servir di più condividere una cultura, un pensiero vero, costruttivo. Fino a ieri sera non avevo chiaro il concetto di civiltà, ne forse quello di società di diritto, l’esperienza che ho vissuto, vi assicuro così estrema, mi ha fatto ritornare su alcuni miei giudizi, uno fra tutti voglio condividerlo con voi. Quest’estate son stato d Berlino, in particolare mi è rimasto impresso il monumento dell’olocausto, per chi non lo conosce è composto da un migliaio di menir tutti simili anche se non proprio uguali, beh il senso del nulla, del non senso della mia esperienza mi ha riportato li! Tante volte in passato mi son chiesto con rabbia perché quegli uomini, nella maggior parte di loro, non son stati capaci di reagire? La risposta era semplice ma ho dovuto vivere l’esperienza per capirlo, il loro mondo, la loro cultura, le loro parole non contemplavano quella violenza gratuita, inutile, vuota, la loro voce non contemplava la morte, quando senti la morte li possibile non capisci più nulla, non ci sei più sei altrove perché solo così puoi esistere, altrimenti sei morto, morto dentro, incapace di sentimenti, di amore, in una lotta senza fine. Il mio giudizio si è così fermato, fino a che non avrò qualcosa da condividere rimarrà silente, lascerò circolare i pensieri perché sostanzialmente son un uomo di pensiero e non di azione, ieri l’ho capito a mie spese. Il tempo ora mi si è fermato ma sento che, pur essendo un esperienza che avrei volentieri evitata, mi permetterà di evitare ulteriori inutili futili giudizi, vorrei che anche voi lo faceste e riusciste ad esser con me costruttivi. Vi saluto di cuore Marco

  • Janus, 28 Ottobre 2010 @ 18:35 Reply

    @ Andrea

    La notte … credo sia quella dell’Innominato … giusto per non far torto a don Lisander 😉

    Per il resto … non entro nel merito!

    Ciao
    Janus

  • costanza, 29 Ottobre 2010 @ 13:46 Reply

    Nelle nostre domeniche di spiritualità spesso sono risuonate le parole di Frère Christian de Chergé e del vescovo di Orano, anche lui martire in Algeria insieme al suo autista. E hanno insegnanto che si può lottare senza odiare, che si può cercare la pace anche nell’infuriare della guerra e del dolore, insieme a chi è vicino.
    Vi chiedo perciò una preghiera per la gente di Terzigno, di Boscotrecase, dei comuni vesuviani. Gente che sta pacificamente lottando contro uno strapotere che ha trasformato campi coltivati e cave in una massa puzzolente e inquinante di rifiuti, gente che non riesce più a veder nascere bambini per l’aumento vertiginoso degli aborti spontanei, gente che in ogni casa piange almeno un morto per cancro. Nella vicenda della monnezza di Napoli c’è tanto, troppo di più di quel che si dice, è dal 2004 che denunciamo l’uso delle periodiche ‘crisi dei rifiuti’ come metodo per confondere e nascondere le tracce degli sversamenti illegali di rifiuti tossici. Questa gente sta provando a resistere senza violenza, a far sentire le proprie ragioni; ha ricevuto una discarica non a norma, che ha inquinato la falda da cui bevono centinaia di migliaia di famiglie, e ora vuole la bonifica. Da anni la risposta sono manganellate , e, quando non si può mettere più a tacere il tutto, l’offesa e il sarcasmo di chi, in realtà, ha sempre tratto vantaggio da sversamenti illegali di rifiuti tossici (Gomorra docet). Questa gente cerca di resistere alla tentazione della violenza, dell’odio, ma ha bisogno del sostegno di tutti.

  • Vera, 29 Ottobre 2010 @ 14:13 Reply

    Carissima Costanza,
    oltre a pregare, secondo te,
    cosa possiamo fare noi che siamo lontani?

    Non è una domanda retorica,
    te lo chiedo per davvero.

    (es: ci sono raccolte di firme, altro…qualunque altra cosa?)

    Grazie
    Vera

  • costanza, 29 Ottobre 2010 @ 15:15 Reply

    Per prima cosa, informarsi, soprattutto via internet(l’altro giorno c’era un articolo OSCENO sul Giornale, stanno tentando di tutto per oscurare e sviare le notizie). Poi inviare solidarietà, sempre via rete. Ed infine, informarsi di dove va la spazzatura che ognuno produce, soprattutto i rifiuti pericolosi. Nelle discariche campane, ad esempio, ci sono i fanghi tossici di Porto Marghera, i fanghi di bonifica delle zone di Bergamo, la spazzatura delle strade di Milano…Va compreso che il problema non è locale, ma globale. E anche informarsi su quali siano le situazioni nelle quali si vive; sempre ad esempio, la prossima città ad avere problemi sarà Roma, appena chiude la discarica di Malagrotta. Qui ad un certo punto interverrà l’esercito, per qualche altro mese tutto tornerà nel silenzio, salvo poi riesplodere nuovamente. E intanto la gente continua a morire.

  • Vera, 29 Ottobre 2010 @ 16:06 Reply

    Grazie.
    Io aggiungo anche:
    “produrre” meno spazzatura, se possiamo, stando anche attenti alle cose (e agli imballaggi) che compriamo.
    e riciclare, riciclare più che si può!

  • robis, 30 Ottobre 2010 @ 08:27 Reply

    Ieri sera ho visto “Uomini di Dio”.

    Suppongo che il film sia fedele allo svolgimento reale dei fatti dato che uno dei due superstiti mi pare abbia fatto da consulente.

    Mi ha colpito come – all’inizio – i monaci non fossero molto d’accordo tra loro sul da farsi e – anzi! – rimproverano Christian di aver deciso per tutti…di non essersi consultato prima con loro…

    Alla scelta, alla fine condivisa da tutti, ci arrivano piano piano…parlando, discutendo, pregando, vivendo…(cantando…!) diventa naturale per tutti accettare di morire per lo stesso motivo per cui si è vissuti.

    Soprattutto il cammino di Christophe (che caratterino!) è interessante: vedere come all’inizio il suo atteggiamento di rifiuto lo renda irrequieto e nervoso…poi…dopo essere passato attraverso il tormento… arriva ad abbandonarsi…e riacquista serenità e forza…

    Anche cinematograficamente parlando ci sono scene bellissime…che emanano una forza…ma non ve le racconto…andatelo a vedere!

    E ora…la doccia fredda: vorrei anche raccontarvi la reazione – completamente diversa dalla mia – di chi mi ha accompagnato al cinema:

    “a chi è servito? Da vivi avrebbero potuto essere ancora utili…magari in un altro Paese…”

  • Lidia, 30 Ottobre 2010 @ 09:23 Reply

  • Molly, 30 Ottobre 2010 @ 16:47 Reply

    “a chi è servito? Da vivi avrebbero potuto essere ancora utili…magari in un altro Paese…”

    se il chicco di grano non muore non porta frutto.

    ora io me ne sarei andata a gambe elevate naturalmente pensando appunto che sarei pouta essere utile altrove per testimoniare come si viveva da quelle parti… ma si sa il martirio è roba stana … poi se ci penso ho proprio voglia di gridare come i primi martiri: il mio Dio è il Signore e solo a lui darò onore!
    per fortuna mi ritrovo a vivere a Roma dove tutto sommato il cristiano è di casa…

    vigliaccamentemolly

  • carola, 30 Ottobre 2010 @ 18:38 Reply

    Ciao Molly,
    non credo tu sia vigliacca… a volte ci vuole più coraggio a vivere che a morire….

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