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Quante volte sono salito sul Tabor?

Parecchie.

Eppure è sempre un’emozione, anche se uno ormai dovrebbe esserci abituato. Ma non ci si abitua mai alla bellezza. Una volta ti colpisce la luce che sa regalare il cielo terso di Galilea, un’altra, il paesaggio che si gode dall’alto, spingendo lo sguardo verso Naim, o Nazareth, o verso la fertile pianura che porta alla costa, o, in lontananza, il monte Ermon, un’altra l’ampia vegetazione che stupisce chi pensa che Israele sia solo colline brulle e deserti. Questa volta a mozzarmi il fiato è la fioritura primaverile, un regalo per noi, dopo un’attesa settimana di pioggia giunta dopo due anni di siccità. E il vento, fresco, che mi ricorda il “mio” vento di montagna. E, ancora una volta, mi stupisce lo sguardo stupito di chi sale per la prima volta, quello sguardo e quella gioia che, in fondo , sono  la ragione per cui affronto la per me sfiancante esperienza del pellegrinaggio.

E’ stupendo per noi essere qui, Rabbì.

Bello averti conosciuto.

Bello averti amato. Bello saperci amati. Bello, in fondo, vivere.

La Quaresima ci riempie di essenzialità e senza la bellezza siamo polvere. Facciamo memoria delle bellezza, in questa settimana.

Un abbraccio da Gerusalemme, Shalom.

58 Comments

  • lia, 19 Marzo 2011 @ 07:56 Reply

    Bello.risentirti!
    Nel mio viaggio nella “Terra del Santo” non sono salita al Tabor, ma grazie a Te ho sentito la gioia di quel luogo!
    Oggi ricordando un Grande “Papà”,
    San Giuseppe, un abbraccio a tutti i meravigiosi Papà!

    Grazie Paolo
    Lia

  • lia, 19 Marzo 2011 @ 08:23 Reply

    Bello.risentirti!
    Nel mio viaggio nella “Terra del Santo” non sono salita al Tabor, ma grazie a Te ho sentito la gioia di quel luogo!
    Oggi ricordando,
    San Giuseppe, un abbraccio a tutti i meravigiosi “Giuseppe”

    Grazie Paolo
    Lia

  • robis, 19 Marzo 2011 @ 08:54 Reply

    Undici mesi fa, la mia prima volta sul Tabor. Sono tra quelli che pensavano a questa terra come un luogo di totale aridità e anch’io sono rimasta colpita dalla vegetazione e dagli entusiasmanti colori dei fiori. Poi…da tutto il resto. La Terra Santa è il viaggio che non ti aspetti: pensi di andare a visitare dei luoghi e invece ti ritrovi immerso in una storia di cui ti senti protagonista. Quei luoghi ti entrano dentro e non ti lasciano più. Non si torna a casa del tutto dalla Terra Santa. Rielabori in continuazione quello che hai visto, quello che hai fatto. Continuano, anche a distanza di tempo, ad affiorare pensieri e ricordi e straordinaria è la forza del legame che rimane con chi ha vissuto questa esperienza insieme a te.

    Riporti poi tutto questo nella vita quotidiana, nella tua famiglia, nella tua comunità, così da moltiplicarne i frutti e renderne evidente la Bellezza. Sì…è bello quando un’emozione si solidifica e diventa impegno. Concreto e visibile.

    Ieri sera ho partecipato a un Quaresimale di musica e preghiera nella mia parrocchia. Vi riporto un breve estratto di un testo di Carlo Maria Martini con cui abbiamo pregato:

    “…E quando ti apro e ti accolgo
    come ospite gradito della mia casa
    il tempo che passiamo insieme mi rinfranca.

    E ritorno alla fatica del vivere
    con indistruttibile pace.
    Il tempo che è passato con te
    sia che mangiamo sia che beviamo
    è sottratto alla morte.

    Abbiamo tutto il tempo che vogliamo
    per esplorare danzando
    le iridescenti tracce della Sapienza dei mondi.
    E infiniti sguardi d’intesa
    per assaporarne la Bellezza.”

    Da Milano a Gerusalemme…ricambiamo l’abbraccio. Shalom!

    • Vera, 19 Marzo 2011 @ 11:36 Reply

      Quei luoghi ti entrano dentro e non ti lasciano più. Non si torna a casa del tutto dalla Terra Santa.

      LA TERRA SANTA DIVENTA LA TUA CASA.
      ……………………………..

      grazie Robis per le belle parole di Carlo Maria Martini

  • Vera, 19 Marzo 2011 @ 11:31 Reply

    Coraggio Paolo e tutti!
    la stanchezza passa…
    l’esperienza di pace e bellezza dentro, e negli occhi, restano! (e grazie a Dio anche la capacità di stupirsi!…)

    La preghiera ci rigeneri.

    Io per me e per voi:
    Una cosa ho chiesto al Signore,
    questa sola io cerco:
    abitare nella casa del Signore
    tutti i giorni della mia vita,
    per contemplare la bellezza del Signore e ammirare il suo santuario.
    Sal 27,4

    P.S.
    nel mio lavoro con bambini di questi giorni, e ricordando il vangelo, anche se stanchissima anch’io…
    sto ponendo particolare attenzione alla bellezza e alla creatività…
    e queste esplodono, a contatto coi piccoli non ancora completamente disabituati alla meraviglia! (purtroppo non è così per tutti e me ne dispiace.)

    la pace sia con voi.

  • elio, 19 Marzo 2011 @ 11:51 Reply

    Ecco un Vangelo che riporta all’essenzialità dell’uomo, un brano che ci invita “molto” a riflettere. L’essere belli non è un apparire un sembrare ma Essere trasparire illuminare chi ci circonda. In questo mondo imbrattato di bello insudiciato dall’ipocrisia dell’apparire i pochi belli vengono adombrati respinti relegati negli angoli. Chi parla di Dio,chi lo porta, chi lo pratica con cuore puro e sempre più spesso isolato perchè avere Dio dentro da paura costringe satana ad andarsene. Quanto Amore in cambio quanta serenità quanta bellezza. Non sono mai stato sul Tabor fisicamente ma nemmeno sul monte Bianco però tutte le volte che sono presso il Santissimo o recito il Rosario io mi sento con il Maestro e con Lui e tutti gli altri fratelli che con me in quel momento sono uniti nella preghiera possiamo dire “è bello essere qui con te Rabbi!”

  • edda, 19 Marzo 2011 @ 17:17 Reply

    Una preghiera degli indiani d’America:
    “Grande Spirito, possa io camminare in Bellezza.
    Possa la Bellezza essere dietro di me,
    così che le uniche impronte che lascio siano quelle della Bellezza.
    Grande Spirito, possa io camminare in Bellezza.
    Possa io toccare me stesso/a, la mia vita, e Tutti gli Altri con Bellezza.
    Possa io camminare questa Benedetta Via di Bellezza.
    Grande Spirito, possa io camminare in Bellezza,
    questo è ciò che chiedo, questo è ciò che farò!”

  • alexis, 19 Marzo 2011 @ 23:23 Reply

    La preghiera degli indiani d’america è molto bella: “Grande Spirito possa io camminare in bellezza”

    Convertita potrebbe risultare così: “Possa, lo Spirito Santo, far si che io cammini nella bellezza di Dio; far si che io possa portare la bellezza di Dio a tutti quelli che incontro sul mio cammino; far si che gli uomini che ho incontrato possano portare la bellezza di Dio a tutti quelli che incontreranno e così via, tanto da riempire il mondo dell’amore infinito e della bellezza di DIO.

  • michaela, 19 Marzo 2011 @ 23:54 Reply

    Elio, sono con te.

  • angelo, 19 Marzo 2011 @ 23:58 Reply

    “Io ti amo di un amore eterno perciò prolungo in te la mia bontà.” (Ger. 31, 3).

    E’ questa la bellezza per me: “l’Amore Eterno di Dio per gli uomini”

  • alexis, 20 Marzo 2011 @ 23:01 Reply

    Cristo solo è la Luce, ma tu puoi farla brillare agli occhi di tutti.
    Cristo solo può fare quello che sembra impossibile, ma tu puoi fare il possibile.
    Cristo solo basta a se stesso, ma Egli preferisce contare su di te.(da una poesia di un anonimo)

    Si, è bello per me, Rabbi, essere con te, conta pure su di me!

  • Maria Cristina, 21 Marzo 2011 @ 02:07 Reply

    Grazie Paolo per l’invito a ritagliare degli spazi di bellezza nella nostra vita, specie in momenti come questi nei quali notizie di distruzioni e di guerre ci inaridiscono gli occhi e il cuore.

    Il tuo commento al Vangelo domenicale è sempre un dono prezioso: lo condivido sul mio blog… spero non ti dispiaccia.

    http://www.lastoriapb.blogspot.com/

  • Vera, 21 Marzo 2011 @ 08:26 Reply

    Quanto è difficile pensare alla bellezza (e alla pace) in tempi in cui piovono bombe e spirano venti radioattivi
    su uomini che si credono eterni e infallibili
    e reattori nucleari fuori controllo…
    e come potrebbe essere altrimenti…
    la terra violentata e l’umanità in soffitta…
    o tra varie virgolette « » ‘ ‘ “ ” parentesi ( ) e rossi puntini di sospensione …

    Padre perdonali perché non sanno quello che fanno!

    perdonaCI Padre: non sappiamo cosa stiamo facendo…
    abbi misericordia di noi, e nel nome di Gesù
    manda sempre il tuo Spirito sui popoli e sulla terra… grazie Dio!
    e sia – Amen – così.

    • Marco Co, 21 Marzo 2011 @ 10:56 Reply

      Condivido qunato scrivi sulla difficile situzione che vive il mondo.
      C’è molta sofferenza e preoccupazione.
      Trovo bella la tua invocazione.
      e …. aggiungo penso che sarà proprio la bellezza – e sgorga dai cuori, l’Amore che Gesù è venuto a portare e donare ai nostri cuori – a salvare il mondo, come dice anche Paolo.

      • Vera, 23 Marzo 2011 @ 19:54 Reply

        Grazie! Marco Co.

  • Mattia, 21 Marzo 2011 @ 18:50 Reply

    Mi dispiace so che non c’entra assolutamente niente ma siete l’unica community cattolica online che conosco…

    Spero che Paolo possa leggere questo commento ma chiunque credo possa aiutarmi, vorrei un parere sulle parole di Monsignor Manzella riguardo la catastrofe in Giappone.

    Sono confuso, non so cosa pensare … sono rimasto allibito e ho bisogno di capire meglio.

    • Paolo, 21 Marzo 2011 @ 18:51 Reply

      Sai che non so di cosa parli? Spieghi?

      • Mattia, 21 Marzo 2011 @ 18:54 Reply

        Ho trovato questo video di una dichiarazione rilasciata da Monsignor Manzella, Arcivescovo di Rossano Calabro, riportata da Roberto De Mattei, Vice Presidente del CNR, durante una trasmissione di Radio Maria.

        http://www.youtube.com/watch?v=iIm9E76-jtA

        • Paolo, 21 Marzo 2011 @ 20:33 Reply

          Che dire? Una citazione riportata da altri già mi stona, mi piacerebbe sentire la fonte diretta. La posizione del vescovo è una posizione, che, sinceramente, non mi sembra proprio legata alla posizione cattolica attuale (cfr discorso del Papa dopo lo tsunami del 26 dicembre).

          2. Lo scorso dicembre, come altre innumerevoli persone nel mondo, sono rimasto profondamente turbato nell’osservare gli effetti devastanti dello tsunami che ha mietuto un grande numero di vittime nel solo Sri Lanka e ha lasciato centinaia di migliaia di persone senza tetto. Vi prego di accettare il mio profondo cordoglio e quello dei cattolici di ogni luogo per tutti coloro che hanno dovuto sopportare tali terribili perdite. Nei volti di quelle persone private di tutto, non possiamo non riconoscere il volto sofferente di Cristo e, di fatto, è Lui che serviamo quando mostriamo amore e compassione per i bisognosi (cfr Mt 25, 40).

          La comunità cristiana ha il dovere particolare di prendersi cura dei bambini che hanno perso i genitori a causa della calamità naturale. Il Regno di Dio appartiene a questi più vulnerabili membri della società (cfr Mt 19, 14), che troppo spesso vengono semplicemente dimenticati o sfruttati senza vergogna come soldati, forza lavoro o vittime innocenti del traffico di esseri umani. Non bisogna lesinare alcuno sforzo per esortare le autorità civili e la comunità internazionale a combattere questi abusi e a offrire ai bambini la tutela legale che giustamente meritano.

          Anche nei momenti più bui della nostra vita, sappiamo che Dio non è mai assente. San Paolo ci ricorda che “tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” (Rm 8, 28) e ciò è stato reso evidente dalla generosità senza precedenti della risposta umanitaria allo tsunami. Desidero lodare tutti voi per il modo eccezionale con cui la Chiesa nello Sri Lanka ha lottato per soddisfare le esigenze materiali, morali, psicologiche e spirituali delle vittime. Possiamo riconoscere ulteriori segni della bontà di Dio nella cooperazione e nella collaborazione di così tanti diversi elementi della società uniti nello sforzo di recare aiuto. È stato rincuorante vedere membri di diverse religioni e di diversi gruppi etnici nello Sri Lanka e di tutta la comunità globale riunirsi per mostrare la propria solidarietà verso gli afflitti e riscoprire in tal modo i vincoli fraterni che li uniscono. Ho fiducia nel fatto che troverete altri modi per rendere ancora più fecondi i risultati di questa cooperazione, in particolare garantendo che gli aiuti siano offerti gratuitamente a tutti coloro che ne hanno bisogno.
          (Discorso ai vescovi dello Sri Lanka, 2005)

          Discorso lungo e complesso, da prendere con le pinze. Gesù stesso non si sbilancia…

          • Mattia, 22 Marzo 2011 @ 00:56

            Solo ora mi sono accorto che ti ho dato del Tu, ma stupidamente mi sembra di conoscerti da anni… Sara colpa dello stile personale e in prima persona dei tuoi libri! 🙂
            Non era una mancanza di rispetto.

            Anzi grazie davvero di avermi risposto… Mentre ti rispondo (con meno impulsività di prima) sorrido perché penso che sto parlando con Paolo Curtaz… Lo so è stupido ma per uno che ti legge da anni ti assicuro fa un po’ impressione. Non ho mai avuto il coraggio di intervenire nel tuo blog per paura di dire banalità ma oggi mi sono lasciato prendere dai sentimenti, ero confuso e perplesso dalla notizia e ho fatto la prima cosa che mi è venuta in mente. Ho approfittato del tuo spazio e di un post che in realtà non c’entrava niente.. Quindi scusami.

            Veramente grazie di aver preso in considerazione la mia richiesta .. Spero un giorno di aver la possibilità di conoscerti di persona… Nel frattempo di accontenterò di continuare a leggerti.

            Buon lavoro!

      • Mattia, 21 Marzo 2011 @ 19:04 Reply

        Questo è quello che penso

        http://www.robadamatti.org/2011/03/monsignormanzella-terremoto-giappone/

        Sono cattolico, leggo i tuoi libri, non è questo il Dio che io conosco… e mi chiedo se forse non me ne sia costruito uno tutto mio.

  • Vera, 21 Marzo 2011 @ 19:12 Reply

    http://www.chiesacattolica.it/pls/cci_new_v3/cciv4_vescovi_cei.edit_vet?id_v=268

    S.E. Mons. VINCENZO MANZELLA
    Nato a Casteldaccia, arcidiocesi di Palermo, il 16 novembre 1942; ordinato presbitero il 1° luglio 1967;
    eletto alla sede vescovile di Caltagirone il 30 aprile 1991;
    ordinato vescovo il 29 giugno 1991;
    trasferito a Cefalù il 17 settembre 2009.
    —–

    http://malvinodue.blogspot.com/2011/03/lidea-della-provvidenza.html
    Commentando la tragedia abbattutasi sui giapponesi, monsignor Vincenzo Manzella ha detto: “Le catastrofi sono talora esigenza della giustizia di Dio, della quale sono giusti castighi. Le grandi catastrofi sono una voce paterna della volontà di Dio, che ci richiama al fine ultimo della nostra vita. Se la terra non avesse catastrofi, eserciterebbe su di noi un fascino irresistibile, e non ricorderemmo che siamo cittadini del cielo. In secondo luogo, le catastrofi sono i giusti castighi di Dio. Alla colpa del peccato originale si aggiungono le nostre colpe personali e quelle collettive, e mentre Dio premia e castiga nell’eternità, è sulla terra che premia o castiga le nazioni”.

    Ora questo non stupisce (…censura da Vera…) Quello che stupisce è ciò che ha detto il vicepresidente del CNR, il notorio professor Roberto De Mattei, a commento delle parole di Sua Eccellenza. Alzate il volume delle casse e ascoltate con la massima attenzione:
    (link a youtube http://www.youtube.com/watch?v=iIm9E76-jtA )
    Quale altro paese al mondo può vantare alla vicepresidenza di un Consiglio Nazionale delle Ricerche uno che si esprime in questi termini su terremoti e maremoti? Solo l’Italia, è evidente. In qualsiasi altro paese sarebbe spalmato di pece, cosparso di piume e dato alle fiamme, qui gli diamo lo stipendio di alto dirigente di ente pubblico.
    —-
    Vera:
    qualcuno poi cercherà di spiegare meglio o di interpretare… la Chiesa a volte, e l’Italia molte volte di più, sono fatte anche di questo…
    la NATURA intanto fa il suo corso, come è giusto che sia… io non vedo bene quale può essere il tuo problema… Mattia! stai tranquillo!

  • alexis, 21 Marzo 2011 @ 21:28 Reply

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
    Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati….
    (dal Vangelo di oggi)
    Chi siamo noi per giudicare o condannare i gesti, le parole, le intenzioni di qualcuno? Solo Dio conosce i cuori.
    Se il Padre nostro è misericordioso con noi, tanto più dobbiamo esserlo noi con il prossimo, chiunque esso sia.
    E in quanto alle catastrofi, preghiamo perchè non avvengano, e se già avvenute, preghiamo perchè Dio non faccia mancare la Sua Misericordia per coloro che hanno lasciato questa vita, e per coloro che sono rimasti, non faccia mancare le cure materiali, morali, psicologiche e spirituali, così come dice il Santo Padre nel discorso ai Vescovi dello Sri Lanka del 2005.
    Rimettiamo tutto nelle Mani di Dio.
    “Padre, nelle Tue Mani rimetto il Mio Spirito”.

  • Matteo, 21 Marzo 2011 @ 21:31 Reply

    Sono rimasto turbato e sconvolto dalle deliranti parole attribuite a questo Arcivescovo (ma le avrà dette sul serio??) circa la tragedia dello tsunami giapponese…
    Il Signore Gesù era stato molto chiaro sul punto: né i Galilei periti nella sparatoria ordinata da Pilato, né i Giudei morti sotto il crollo della torre di Siloe, avevano subito tale sorte in quanto peccatori (cfr. Lc. 13, 1-5)! Non esiste, né mai esisterà, una punizione divina per i colpevoli in forma di catastrofe: bisogna una buona volta purgarsi il cervello da questo tumore maligno del castigo di Dio…
    Questa storia mi riporta alla mente quanto ascoltai dalla viva voce di padre Livio, l’intramontabile direttore di Radio Maria, all’indomani del drammatico sisma abruzzese. Durante la sua farneticante rassegna stampa mattutina, questo prete che ha scippato il nome alla Madonna per fondarsi un’antenna tutta sua dichiarava scanzonato che con quel terremoto il Cristo aveva voluto associare alle proprie sofferenze quei privilegiati che erano deceduti sotto le macerie, per averli al più presto vicino a sé… Al che, visto il livello delle fesserie divulgate, c’era quasi da rattristarsi perché il Signore non avesse voluto privilegiare anche il suddetto Livio insieme a tutta la sua dannosissima Radio!
    Finché voci così assurde, sia umanamente che teologicamente, si leveranno per dipingere un’idea di Dio del tutto assimilabile al diavolo, sarà comprensibile e condivisibile il senso di ripulsa e di disgusto per qualsiasi cammino di approfondimento spirituale, almeno da parte di individui raziocinanti che si imbattano unicamente in simili fetecchie.
    Che lo Spirito di misericordia possa convertire i cuori di questi atei finiti alla meraviglia divina!

  • angelo, 21 Marzo 2011 @ 21:41 Reply

    alexis, condivido e confermo, e in più voglio aggiungere: “Togli prima la trave che è nel tuo occhio, così potrai vedere meglio la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello.

  • michaela, 21 Marzo 2011 @ 21:47 Reply

    Scusate, ma non stavamo parlando di bellezza?

  • Vera, 21 Marzo 2011 @ 22:25 Reply

    Cari amici, i terremoti accadono e lo sappiamo,
    la terra, come noi stessi, tutti siamo in continua evoluzione…
    sono i reattori nucleari che non dovrebbero accadere!…
    e le presunzioni che abbiamo sempre (anch’io) di poter prevedere e controllare ogni cosa…
    e lo sfruttamento indiscriminato del suolo e della terra.
    perché se io costruisco “in maniera antisismica” e case e reattori…
    se io costruisco sulla sabbia della mia onnipotenza… tutto è possibile!
    e non è certo colpa o merito di Dio!
    d’altra parte:
    Lc 21,11
    e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
    Mc 13,8
    Si solleverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno terremoti in diversi luoghi e vi saranno carestie: questo è l’inizio dei dolori.
    Mt 24,7
    Si solleverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno carestie e terremoti in vari luoghi:

    Lc 17,34-35
    in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata”.

    Mc 13,32-33
    Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre.
    Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento.

    ….
    allora vegliamo e preghiamo. pensando alla bellezza anche se lo so, è difficile,
    perché è solo pensando alle cose belle che possiamo SPERARE E CAMBIARE.
    E CAMBIARE, SPERANDO, SOPRATTUTTO NOI STESSI PRIMA; POI PIANO PIANO LE PICCOLE COSE INTORNO A NOI IN CERCHI SEMPRE PIU’ AMPI…

  • angelo, 21 Marzo 2011 @ 22:53 Reply

    Vera, mi hai letto nel pensiero!

    • Vera, 23 Marzo 2011 @ 19:56 Reply

      Ciao Angelo, che non sia lo Stesso Spirito a soffiare?

  • Lucia1, 22 Marzo 2011 @ 08:36 Reply

    Terremoti, guerre, catastrofi, ci sono sempre stati e ci saranno fino alla fine del mondo (l’ha detto Gesù), se così non fosse non dovremmo dire ogni giorno “Venga il Tuo Regno” perchè sarebbe già venuto.
    A noi spetta continuare a pregare e ad agire affinchè queste cose non accadano più e finalmente “venga il Suo Regno”.
    La speranza cristiana non è un pio desiderio è CERTEZZA nell’attesa: certezza che il male non avrà l’ultima parola.

    Il male fa più scalpore della bellezza e per questo è più visibile ai nostri occhi.
    Cerchiamo quindi le tracce del Regno nascoste qua e là e troveremo anche la Bellezza (non so perchè, ma io la vedo anche nella foto della ragazza del post precedente e che mi colpisce ogni volta che mi collego al sito, capita anche a qualcun altro?)

    Un abbraccio e buona giornata a tutti.

    • Vera, 23 Marzo 2011 @ 19:59 Reply

      Sì, la ragazza è certo bella…
      e inquietante e sofferente…
      Io sto male a guardarla.

  • Paolo, 22 Marzo 2011 @ 09:45 Reply

    @ Mattia
    Mancanza di rispetto? Ma dai!
    Torna a trovarci, un abbraccio!

    (DI solito preferisco che mi dicano “sire”, per questa volta ti perdono! ah! ah!)

  • Stefano (Perugia), 22 Marzo 2011 @ 13:54 Reply

    Non è facile stare dinanzi alle piccole e grandi tragedie della vita, anche quando non ci colpiscono direttamente. L’incomprensibilità della sofferenza mette in grande disagio e seguire Dio, fidarsi di Lui, diviene quasi impossibile. Ogni volta che vedo vite innocenti spezzate da drammi inspiegabili dovuti a calamità (come nel caso del terremoto in Giappone) oppure da tragedie della follia che nascono in famiglie considerate “normali”, adombra il mio cuore la nota considerazione di qualcuno: “Se Dio permette il dolore le cose sono due, o non può impedirlo e quindi non è onnipotente e non è Dio, oppure le permette e quindi è un Dio cattivo”. Dinanzi a questa umana inspiegabilità io non so proprio stare. Devo capire, devo trovare un umano perché. Allora divento io stesso Dio, mi immedesimo in Lui. Lo giudico con i miei ristretti parametri. Già, sono un peccatore però di fronte al patire dell’innocente io saprei cosa fare! Qualche volta mi scappa la battuta (ma non più di tanto) che quando morirò e vedrò Dio, fosse anche solo nel momento del giudizio sulla mia esistenza, gli dirò due o tre cosette che quaggiù proprio non vanno.
    Pensandola così, però, è come se mangiassi anch’io la mela del peccato originale, quella dell’albero che fa distinguere il bene dal male, quella che ci farebbe diventare dèi al posto di Dio. La mangio, inconsapevolmente, ogni volta che Lo giudico, sostituendomi a Lui con il mio arbitrio. Quante volte ho agitato i pugni verso di Lui, ho preteso giustificazioni, mi sono scandalizzato per le Sue incomprensibili omissioni. Allora capisco come Dio possa diventare un patrigno che infligge punizioni per il nostro bene, il vendicatore che uccide i peccatori alla maniera di “colpirne uno per educarne cento”. Le sventure umane divengono mezzi di correzione, acquistano un senso anche se terribile, ma pur sempre un senso. Fanno meno paura e tranquillizzano chi si sente comunque nel giusto. Queste supposte divine vendette piacciono ai farisei, a quelli che come me guardano l’altro con grandissima severità. Questo modo di pensare mi ricorda Giuda, il discepolo che non si è fermato a capire Gesù e la Sua Parola ma ha considerato il suo Maestro solo come un perdente, come uno che non è strato capace di approfittare dell’opportunità politica di creare una nazione ebraica, un regno forte ed indipendente. Giuda non ha capito Gesù perché non lo ha ascoltato, non lo ha guardato negli occhi con il cuore, ma ha solo anteposto le sue misere aspettative di trovare nel suo Rabbi un leader politico. E quando le sue speranze sono state disattese, ecco la delusione, ecco la rabbia, ecco il giudizio, la condanna ed il tradimento!
    Le parole di quel Monsignore non riconoscono Dio, è evidente. Le ritengo, però, figlie dello stesso atteggiamento di chi, come me, non sa stare dinanzi alla sofferenza propria ed altrui. Sono parole che non contemplano la bellezza del Dio fatto uomo, trasfigurato sul Monte Tabor, ma che ne creano uno proprio, umanamente comprensibile anche se terribile giustiziere. È certo più facile abbandonare Dio, per noi spesso incomprensibile, o “ridurlo a più miti consigli” piuttosto che seguirlo e guardarlo negli occhi, fidandosi di Lui con l’ascolto della Sua Parola, soprattutto quando siamo di fronte alla sofferenza. Per me cercare di salire sul Monte Tabor non sarà mai un’impresa semplice!

  • michaela, 22 Marzo 2011 @ 15:14 Reply

    Stefano, hai mai visto il film “una settimana da Dio”? E’ un bel film divertente, passatempo, nel quale, alla fine della peggiore giornata della sua vita, Bruce si scaglia contro Dio, e Dio gli risponde. Gli appare infatti in veste umana e, dopo avergli trasmesso tutti i suoi poteri divini, lo sfida a svolgere il suo “lavoro” meglio di quanto non faccia Lui.
    Siamo bravi nel giudicare gli altri, anche Dio stesso, ma già non sappiamo gestire la nostra piccola, minuscola quotidianità, figuriamoci dover gestire l’Universo.
    Non so se ti è mai capitato di avere un capo, a tuo avviso, “signor so tutto io”, mentre in quel momento, tu la pensi in maniera diversa; ma poi, a conclusione degli eventi, beh! aveva proprio ragione lui; è per questo che occupa il posto di capo, perchè riesce a vedere al di la’ delle apparenze, quando tu, ti sei fermato solo ai primi particolari.

  • robis, 22 Marzo 2011 @ 15:15 Reply

    “Tu sai bene del pianto
    che non lascia parole
    nel silenzio mortale
    di coloro che ami.
    Tu, che sfidi la morte,
    che minaccia ogni fede,
    dei Tuoi fragili amici
    abbi cura, mio Dio.”

    (P. Sequeri – Io ti cerco Signore)

  • Vera, 22 Marzo 2011 @ 16:16 Reply

    2Tm 1,10 di Domenica:
    He abolished death = ha vinto la morte.
    non entro nel merito delle traduzioni (fusioni nella storia
    di lingua-senso e orizzonte-cultura tra chi ha scritto e chi poi interpreta e/o reinterpreta)
    Eppure partecipare alla liturgia in Inglese mi apre ogni tanto nuove vie alla riflessione.

    He abolished death, and has proclaimed life and immortality through the Good News.
    su http://www.lachiesa.it/liturgia/ il sito che uso di più, trovo, tratte dal nuovo dizionario:
    Egli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l’incorruttibilità per mezzo del Vangelo.

    Non so, oggi la versione inglese mi sembra più vicina alla sensibilità comune; e ripeto: pensare che Gesù mi porta la Buona Notizia dell’abolizione-soppressione della morte che sembra quasi una vecchia legge… oggi mi piace! domani forse riapprezzerò la vittoria e l’incorruttibilità…
    tutto questo per dire che sono d’accordo con Paolo, quando afferma che è difficile raccontare Gesù ai cristiani che credono di sapere già tutto… in questo modo, da una lingua all’altra, io sono quasi “costretta” o invitata, meglio, a riflettere su parole che credevo di avere depositate a memoria dentro di me e rischiavo di farle scivolare via… automaticamente quasi senza ascoltarle, talvolta… cosa dirvi!… chi può si procuri un Vangelo in una lingua che preferisce, (anzi, on line ci sono i siti ufficiali con le varie lingue… ora ho fretta, ma nei prossimi giorni magari vi ricopio i link… ) e chi vuole lo riscopra come sto facendo io, è bello!

    Il latino è diverso… suona bene senza tradurlo!
    http://www.vatican.va/archive/bible/nova_vulgata/documents/nova-vulgata_nt_epist-ii-timotheum_lt.html
    qui destruxit quidem mortem, illuminavit autem vitam et incorruptionem per evangelium,


    ho cercato la versione greca ma non sono sicura che sia l’originale, ho fretta, non ho vocabolari!, e quello online non mi piace… insomma… in questi momenti mi manca tanto il nostro amico Janus!
    10 φανερωθεῖσαν δὲ νῦν διὰ τῆς ἐπιφανείας τοῦ σωτῆρος ἡμῶν Ἰησοῦ Χριστοῦ, καταργήσαντος μὲν τὸν θάνατον, φωτίσαντος δὲ ζωὴν καὶ ἀφθαρσίαν διὰ τοῦ εὐαγγελίου,

    ancora un’ultima cosa: il nostro parroco ci ha invitato, quando siamo a terra, per qualsiasi motivo, a lasciarci toccare gentilmente da Gesù, come ha toccato i discepoli, col suo divino tocco gentile, che ci fa rialzare e ci dà la forza per affrontare il resto… TUTTO il resto…. nei momenti neri: cerchiamo il tocco di Gesù!, lasciamoci toccare… e rialziamoci con Lui.

    E infine per chi vuole sulla Libia: http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/text.html#12

  • alexis, 22 Marzo 2011 @ 16:55 Reply

    L’Amore è bellezza della Legge!
    Quanto amo (è bella) la Tua Legge, Signore; tutto il giorno la vado meditando.
    Tengo lontano i miei passi da ogni via di male, per custodire la Tua Parola.
    Non mi allontano dai Tuoi Giudizi, perchè sei Tu ad istruirmi.(dal Salmo 118)

    Per me è così! E chi riesce a camminare nell’Amore, riesce anche a vedere la pienezza e la bellezza di Dio.

  • angelo, 22 Marzo 2011 @ 17:39 Reply

    L’Amore che Cristo ha per la Chiesa è lo stesso amore di uno Sposo per la sua Sposa.
    Egli ha un traguardo da raggiungere: presentare la sua Sposa senza difetti, senza ruga e senza macchia, bella, casta e irreprensibile.
    Come può accadere tutto ciò? Con la Santificazione! come può avvenire la Santificazione? Con la Purificazione, immergendola nel Lavacro della Parola!

  • Cristina, 23 Marzo 2011 @ 15:52 Reply

    Sono rimasta turbata e perplessa di fronte alla durezza delle parole di Matteo qualche giorno fa nei confronti di Padre Livio e Radio Maria. Non entro nel merito dei commenti ma credo che il Signore Gesù della cui Parole ci nutriamo ci inviti a non condannare nè giudicare…mi scuso di questo intervento..e spero di non aver infastidito nessuno.
    Cristina

  • michaela, 23 Marzo 2011 @ 16:28 Reply

    Cristina scusa, io sono quella impulsiva, ma sincera (anche se sto cercando in tutti i modi di modificarmi), perchè avresti dovuto infastidire qualcuno?

  • Matteo, 23 Marzo 2011 @ 17:09 Reply

    @ Cristina
    Scusami per la durezza dei toni, che in effetti fa un po’ parte (da correggere) del mio carattere.
    Lungi da me, però, giudicare la persona di padre Livio, così come chiunque altro!
    Ciò che contestavo e contesto, in verità, è una visione necrofila di Dio che intenderebbe associare gli uomini al proprio dolore per privilegiarli..
    E’ l’assoluta infondatezza di simili affermazioni che intendevo censurare!
    Se poi chi le divulga è un’antenna che raggiunge milioni di ascoltatori con la pretesa di essere la voce della cattolicità, immaginiamo quante persone rischiano di allontanarsi dalla fede sulla base di dichiarazioni così avventate e fuorvianti..
    Ma, ripeto, nessun giudizio personale su Livio, che – pur da posizioni moolto distanti.. – debbo sforzarmi di amare in quanto fratello, certo migliore di me (e, credimi, ci vuol poco!).

  • Cristina, 23 Marzo 2011 @ 19:36 Reply

    Grazie.
    Cristina

  • angelo, 23 Marzo 2011 @ 20:34 Reply

    Matteo, io non ascolto Radio Maria, perchè mi manca il tempo materiale, e quando sono in macchina prego per tutto il tragitto, ma conosco molta gente che non ha perduto la fede ascoltanto Radio Maria, anzi si è avvicinata di più a Dio.

  • alexis, 23 Marzo 2011 @ 21:46 Reply

    “è una visione necrofila di Dio che intenderebbe associare gli uomini al proprio dolore per privilegiarli”

    Matteo,io sono un tipo allegro e spensierato, non perchè la vita mi ha dato tutto, al contrario mi ha tolto tutto, però ti dico che le mie tribolazioni sarebbero state guai se non avessi abbracciato la Croce di Cristo, e non avrei potuto sopportare i miei dolori fisici se non li avessi uniti alle Piaghe di Cristo.
    Tuttti i più grandi Santi a partire dagli Apostoli, per finire a San Pio da Pietralcina, dopo aver ricevuto Lo Spirito Santo, sono stati privilegiati; ed è in virtù del fatto che Gesù li ha associati al Proprio Dolore che ora godono della Felicità e della Gloria Eterna al cospetto della Bellezza e dello Splendore del Volto di Dio.

    Santi, si può diventare!

    “Io sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è l’anima mia.
    Speri Israele nel Signore, ora e sempre”

  • michaela, 23 Marzo 2011 @ 21:59 Reply

    alexis, mi associo al tuo pensiero; ed è per questo che voglio demolirmi per poi ricostruirmi. E’ difficile lo so, ma voglio essere una nuova michaela, anch’io “santa”, per poter giungere, un giorno, a contemplare la bellezza di Dio.

  • angelo, 23 Marzo 2011 @ 22:05 Reply

    Io, santo, non lo so; ma di una cosa sono certo: a qualsiasi costo “Amo Gesù”.

  • loretta da livorno, 23 Marzo 2011 @ 23:33 Reply

    oggi sono andata ad una messa carismatica ,dove si canta ,”si balla”,si batte le mani…come dei bambini davanti ad una meraviglia nuova…i sacerdoti sono stati presenti sia la mattina che il pomeriggio ..per niente affaticati ,nonostante l’età non proprio giovanile….io mi sono persa la mattina con la processione del Santissimo in mezzo all’assemblea…mi hanno raccontato :emozionante!!ma la cosa che mi ha colpito di più(e quì mi riferisco al monte tabor :la trasformazione)è stato il comune raccoglimento con gli occhi chiusi per molto tempo e le parole del sacerdote ti arrivavano proprio dentro(se tu vuoi,come dice Gesù)ecco oggi mi sono sentita trasformata dalla parola di Dio…anche se era il sacerdote che parlava?…sono arrivata a casa rossa in viso e il cuore a mille…bellissima esperienza…
    pace e bene fratelli

  • Dino, 24 Marzo 2011 @ 12:21 Reply

    La bellezza è proprio un tema a me caro che mi fa essere in pieno cristiano aperto alla gioia. Non ne posso più di penitenze assurde fatte solo per il gusto di farle. Adesso voglio vivere e ritrovarmi spesso su quel Tabor dove finalmente sono arrivato, mi hanno portato, per farmi vedere il Signore e l’amore che egli ha per noi. Colgo l’occasione, don Paolo, per ringraziarti per l’aiuto che mi dai con la tua testimonianza. Da tempo leggo tramite qumran i tuoi commenti domenicali. Adesso anch’io mi sento più libero nel dare la mia testimonianza. Mi farebbe piacere se dessi un’occhiata al mio recente blog. Mi arricchirebbe. Grazie

  • angelo, 24 Marzo 2011 @ 20:38 Reply

    “Maestro, è bello per noi stare qui” dissero Pietro, Giacomo e Giovanni; ma dal Tabor sono scesi, e successivamente, sono rimasti a terra, tremendamente a terra fino al momento della Gloria Eterna.
    Dino, dopo aver visto il Signore e l’amore che Egli ha per noi, sei disposto a scendere dal Tabor e camminare sulle orme di Cristo?

  • michaela, 24 Marzo 2011 @ 21:10 Reply

    Loretta, lo so, il Comune raccoglimento, gli occhi chiusi, il silenzio è un esperienza bellissima; in quei momenti ti senti in piena comunione con Dio, con Gesù che parla al tuo cuore, anche se solo attraverso le parole del Sacerdote. Il silenzio e la preghiera, anche se individuale, creano lo stesso effetto, e Gesù si farà presente,parlerà e tu riuscirai, come per incanto a sentirLo.

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