Contatta Paolo Curtaz

Per informazioni, organizzazione conferenze e presentazioni

Scrivi a Paolo

In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
Lc 18,9-14

Salgono al tempio i due uomini, perché tali sono agli occhi di Dio: solo due uomini. Uno però è fariseo, quindi un esperto di cose di Dio, un pretoriano della fede; è ritto davanti al suo Dio, elenca le sue qualità, qualità vere, che non si inventa, è davvero una persona devota, quasi esagerata nella sua manifestazione di fede: digiuna due volta a settimana, mentre al pio israelita era chiesto di digiunare una volta all’anno; paga la decima addirittura sulle tisane, quando solo gli agricoltori erano tenuti a versarla e sul grano. È più devoto di Dio, una bellissima persona, uno che davvero con grande passione cerca di compiacere Dio. Ma c’è un piccolo problema: il suo cuore è talmente pieno dellimmagine di sé che Dio non riesce a farvi breccia. Non così invece per il pubblicano, che però è un peccatore pubblico, in fondo al tempio, che non sa cosa chiedere, che non dovrebbe nemmeno entrare in quel luogo santo e che osa solo chiedere pietà. E Gesù fa notare che quest’ultimo uscì cambiato, diverso, perché il suo cuore era un abisso Il suo cuore è talmente svuotato che Dio vi ha trovato ospitalità come desiderio, come voglia di cambiamento,come desiderio di una vita diversa. Non così, ahimè, per il fariseo che è uscito esattamente come era entrato, pieno delle sue incrollabili certezze. Lasciamo spazio a Dio, anche se questo vuol dire riconoscere la nostra fragilità e il nostro peccato, così che Egli possa abitarci.

2 Comments

  • Bianchi Luciana, 18 Marzo 2023 @ 03:48 Reply

    Quanti farisei nelle nostre parrocchie!

  • lucia, 18 Marzo 2023 @ 16:50 Reply

    quanta strada devo ancora fare per lasciare che il mio cuore si riempia di Dio!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ti potrebbero interessare

Gioia piena

Scritto da  

Giuseppe

Scritto da  

Caterina

Scritto da