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In quel tempo, Gesù parlò [ai farisei] e disse: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». 
Gli dissero allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». Gesù rispose loro: «Anche se io do testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove sono venuto e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. E anche se io giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. E nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera. Sono io che do testimonianza di me stesso, e anche il Padre, che mi ha mandato, dà testimonianza di me». 
Gli dissero allora: «Dov’è tuo padre?». Rispose Gesù: «Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio». 
Gesù pronunziò queste parole nel luogo del tesoro, mentre insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora venuta la sua ora. Gv 8,12-20

Il vangelo di Giovanni è un crescendo di tensione e di incomprensione nei confronti del Maestro. Molti sostengono, a ragione, che il processo di Gesù si svolge durante la sua permanenza a Gerusalemme e che l’incontro col Sinedrio, quindi, serva solo a comunicargli la sentenza. Si sente l’odio crescente, il desiderio di metterlo in imbarazzo. Nelle ultime settimane abbiamo seguito la polemica sulla pretesa messianica di Gesù. Eppure, e questo mi emoziona, Gesù non si arrende, non fugge, non evita di mostrarsi. Intorno a lui vede persone che lo abbandonano, i devoti del tempo, i farisei, accusano Gesù di destabilizzare il loro insegnamento… chi si crede di essere? Ha a cuore l’annuncio della Parola, anche se rischia di diventare un peso da togliere, un problema da eliminare. E oggi, ancora evangelizza, proclama, urla la sua fede: è lui la luce del mondo, lui illumina, lui rischiara, e non di luce propria ma di quella luce con cui il Padre l’ha fatto diventare punto di riferimento per l’umanità. Sì, il Signore è la luce del mondo, l’unico che riesce a illuminare le nostre tenebre, impariamo da lui, anche nei momenti di fatica, a non tacere, a non nascondere la lampada sotto lo sgabello…

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